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Edoardo Rixi, testimonianza-choc su Danilo Toninelli dopo le dimissioni: "Impossibile lavorare con lui"

Dopo la condanna a 3 anni e 5 mesi per le cosiddette "spese pazze" in Liguria, sono arrivate le dimissioni di Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture. Passo indietro accettato da Matteo Salvini, il quale si è comunque detto certo dell'innocenza del leghista: "Condannato senza prove", ha tagliato corto il ministro dell'Interno e vicepremier. E anche Rixi, in un colloquio con Il Messaggero, afferma: "Sono innocente, sono innocente". E ancora: "Sono amareggiato, profondamente amareggiato. I giudici sono andati giù pesanti, hanno decretato una condanna superiore alle richieste dei pm e perfino l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Che dire? Sono senza parole. Vengo trattato come un criminale e questo senza aver commesso alcun reato". Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) la lettura della condanna contro Rixi Dunque, Rixi ha telefonato a Salvini, al quale ha suggerito di agevolare il passo indietro: "Consegna le dimissioni a Giuseppe Conte. Nel contratto di governo c'è scritto che in caso di condanna bisogna lasciare e io lascio avendo di fatto siglato il contratto entrando nell'esecutivo. Sono un uomo di parola. Eppoi - ha sottolineato -, sai cosa farebbero i 5 Stelle se resistessi... Non voglio mettere in difficoltà né te, né il partito". Ma sono le parole che pronuncia un poco dopo, a mente un po' più fredda, quelle più pesanti ed emblematiche. Rixi confessa di sentirsi "più leggero". E perché mai, dopo una pesante condanna? "Lascio volentieri - ammette -. Continuare a lavorare accanto a Danilo Toninelli era praticamente impossibile. Ha tolto le deleghe ad Armando Siri in due ore senza neppure una telefonata e senza che Armando avesse ricevo neppure un avviso di garanzia. E queste cose hanno pesantemente incrinato il nostro rapporto di fiducia: non si può provare a risalire la china infangando gli alleati, sacrificando rapporti umani e progetti costruiti insieme". Leggi anche: Mossa di Salvini, dove "spedisce" Rixi dopo le dimissioni Insomma, Rixi si dice "sollevato" dall'idea di non lavorare più con Toninelli, ministro nel mirino da tempo e che ora più che mai, con il dossier-Tav tornato al centro dell'attualità dopo le Europee, Salvini vorrebbe far saltare. "Eppoi - riprende Rixi nel suo sfogo -, da qualche tempo il ministro grillino ha proceduto a nomine, come il presidente dello Stretto, in settori che riguardavano le mie deleghe senza neppure consultarmi. E ha finito per occupare militarmente tutti i posti all'interno del dicastero, spesso senza alcuna attenzione al merito". Lo dice, riferendo Il Messaggero, allargando le braccia. "Che devo dire di più? Ah sì. L'11 e 12 giugno è in programma la conferenza nazionale sui porti. E cosa fa il ministro? Neppure ha fatto formalizzare gli inviti", conclude Rixi. Un ritratto di Toninelli pesantissimo, imbarazzante, che dà la cifra del personaggio con cui abbiamo a che fare.

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