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Andrea Marcucci contro Enrico Letta: "Temo che...". Tesissimo faccia a faccia, il Pd si spacca: "Fuori c'è la pandemia, noi parliamo di parità di genere"

"Penso alla mia ricandidatura". Altro che passo indietro, Andrea Marcucci tira dritto e sfida Enrico Letta, nel giorno dell'incontro tra il neo segretario e i senatori del Pd. Il capogruppo dem a Palazzo Madama è indicato come l'ostacolo principale al "nuovo corso" lettiano, in quanto considerato l'ultimo dei renziani rimasto al Nazareno (o quasi), in pratica la quinta colonna di Italia Viva nel partito. Da più parti esponenti Pd gli hanno chiesto di rinunciare all'incarico, ma giovedì, giorno della convocazione per l'elezione del nuovo presidente, potrebbero esserci sorprese. Non buone per il segretario.

"L’appello del segretario è stato molto forte - ha spiegato Marcucci -. Il riconoscimento del lavoro svolto da parte di questo gruppo, composto da tutte le sue anime e le sue sensibilità politiche mi è parso sincero, chiaro e definitivo. Questo mi obbliga a fare una riflessione in queste ore e per questo ho convocato il gruppo per procedere all’elezione del nuovo capogruppo giovedì mattina alle 8:30. La mia riflessione sarà per decidere su una mia candidatura o una candidatura di una donna che sarà concordata con tutto il gruppo. Siamo un partito complicato con tante dinamiche e alcune regole, preferisco la democrazia rispetto ai partiti in cui decide uno solo".

Il confronto con Letta è stato "vivace": "Sulla tua proposta di cambiare capigruppo - ha spiegato Marcucci rivolgendosi in assemblea direttamente al segretario -, temo che purtroppo sia troppo generica. Io voglio coerenza, bisogna interrompere la tradizione di avere segretari sempre uomini". Insomma, o una donna o tanto vale auto-ricandidarsi. "Rifletterò in queste ore su cosa dovrò fare. Sono felice che il tema della parità di genere sia emerso ma si sono fatti diversi errori. Io sono orgoglioso che la nostra proposta contro il femminicidio sia stata accolta, ed oggi la presidente della commissione è Valeria Valente". 

"Mentre abbiamo la pandemia - ha proseguito, polemicamente -, i vaccini che non partono come dovrebbero, il paese in affanno, non voglio che il Pd si limiti a parlare di parità di genere al proprio interno. Sappi che noi non siamo incoscienti, ma pretendiamo coerenza, il passaggio sulla delegazione europea ad esempio a me non è piaciuto".

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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