Cerca
Logo
Cerca
+

Giuseppe Conte, la gaffe a luci rosse davanti alla candidata sindaca M5s: come l'ha chiamata. Indiscreto: "È il nome di una escort"

Un Giuseppe Conte sempre più allo sbando in questa campagna elettorale. A Milano per sostenere la candidata sindaca del Movimento 5 Stelle Layla Pavone, l'ex premier oggi capo dei grillini la combina grossa sbagliando il nome della signora davanti ai giornalisti e alle telecamere. "Sono emozionato di essere qui a Milano, sono molto contento di incontrare Layla Romano che è qui e mi fa piacere davvero che il Movimento 5 Stelle dia un grande segnale di rinnovamento". Attimi di imbarazzo, con la Pavone che letteralmente sbianca e sgrana gli occhi per poi correggere timidamente l'avvocato, suggerendogli il cognome corretto. E così anche i temi di una campagna elettorale partita in sordina e con evidenti difficoltà passano in secondo piano: "Il Movimento 5 Stelle è sempre stato tacciato di contrastare lo sviluppo economico niente di più falso", ha dichiarato Conte dai Navigli. "La nostra candidata è la dimostrazione che noi guardiamo alle punte più avanzate dell'innovazione digitale". Una candidata calata dall'alto, visto che la base degli attivisti milanesi avevano scelto la consigliera di municipio Elena Sironi costretta poi a farsi da parte per la scelta di Conte, caduta sulla più "morbida" ex consigliera d'amministrazione del Fatto quotidiano diretto dal suo consigliere Marco Travaglio

Conte non è nuovo alle gaffe. La settimana scorsa a Roma aveva confuso Ama con Atac, nell'imbarazzo della sindaca Virginia Raggi. e dal pubblico qualcuno lo aveva pizzicato: "Ao Beppì se chiama Atac...". Ora lo scivolone proprio davanti alla sconcertata Pavone. E c'è chi come il Riformista sgancia un'altra bomba, decisamente piccante. "Come mai nominare proprio Layla Romano? È un cognome che frullava in testa all’ex premier, per qualche motivo?", si chiede il quotidiano diretto da Piero Sansonetti. E la risposta è sconvolgente: Layla Romano "non è del tutto sconosciuta sul web. Sarebbe una escort, o per lo meno qualcuna che fa di tutto per apparire tale". Sul suo profilo Instagram, una massima decisamente sopra le righe: Treat me like a princess, f***ck me like a w***e. La traduzione è decisamente da censura, dentro e fuori la campagna elettorale.

Dai blog