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Milan, la bomba al veleno sui cinesi da Formigli: "Dietro i cinesi c'è Berlusconi"

A più di otto mesi dalla passaggio di proprietà del Milan ai cinesi, emergono nuovi dubbi sull'identità dei nuovi proprietari. In particolare sulla figura di Yonghong Li: "Abbiamo un nome, ma non sappiamo se sia lui il vero proprietario. Non è stata un'operazione trasparente", ha spiegato Mario Gerevini del Corriere della Sera, in un servizio della trasmissione Piazza Pulita su La7. A destare ulteriore preoccupazione, secondo il giornalista, c'è inoltre il fatto che se uno acquista una squadra di calcio valutata 720 milioni e si deve indebitare all'11% "vuol dire che i soldi non ce li hai. L'11% con i tassi attuali vuol dire che chi te li presta ti valuta come uno che è gravemente a rischio, tant'è che Yonghong Li non è riuscito a farsi prestare i soldi dai canali tradizionali, dalle banche internazionali: è dovuto andare a bussar cassa ad un hedge fund". Il Milan è una società che brucia 50-70 milioni l'anno: non produce utili, per cui se tu parti già indebitato è difficile che tu possa mantenere una società. Il rischio per il Milan è che i bilanci non si possano più chiudere, che venga a mancare quella che tecnicamente viene chiamata la continuità aziendale". E se questa viene a mancare e non arriva, nel contempo, nuova liquidità il rischio è che il bilancio non si possa chiudere e si finisce con il portare i libri in tribunale.  A dire la sua, a Piazza Pulita, anche un noto tifoso milanista come Diego Abatantuono che ha riavanzato l'ipotesi che Silvio Berlusconi possa presto ricomprarsi il club. "Penso che se il Milan è un investimento per questi qua (i cinesi, ndr) hanno messo dei soldi e se hanno sbagliato dovranno restituire i soldi a qualcuno. E probabilmente qualcun altro comprerà il Milan a molti meno soldi e potrebbe anche essere Berlusconi. Sarebbe un bel business, no?”. Intanto, ieri, alla Camera il Movimento 5 Stelle ha chiesto al Governo di fare chiarezza sulla cessione del club a Yonghong Li. In un'interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia, il deputato Paolo Niccolò Romano (M5S) ha domandato "se siano state assunte o si intendano assumere, per quanto di competenza, iniziative volte a verificare la piena conformità alla normativa fiscale della cospicua operazione finanziaria concernente la cessione della proprietà della società AC Milan". Nell'interrogazione si fa inoltre riferimento al fatto che, in base al regolamento della Figc, "i soggetti acquirenti una quota azionaria maggiore del 10% di una società di calcio operante nei campionati italiani devono soddisfare specifici requisiti di onorabilità e solidità finanziaria. Nello specifico, non devono aver riportato condanne per reati di truffa ed appropriazione indebita e devono disporre di solide basi finanziarie, dimostrando che le risorse impiegate nell'acquisto provengano da proprie attività economiche o di altre fonti lecite sempre espressamente indicate". Tutte condizioni e requisiti che invece, secondo i Cinque Stelle, risulterebbero mancare a Mr. Li le cui risorse finanziarie risultano, tranne qualche prestito, di non chiara provenienza.    

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