Il lockdown sui minori: paure, ansia e regressioni per 65-70%
Roma, 16 giu. (askanews) - Il lockdown ha fatto male ai nostri bambini, pur proteggendoli dal rischio di contagio ha lasciato importanti cicatrici nell'anima. Il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% di quelli sopra i 6 a causa della quarantena per il coronavirus ha accusato problematiche comportamentali di varia natura e sintomi di regressione. È quanto emerso dall'indagine sull'impatto psicologico e comportamentale del lockdown nei bambini e negli adolescenti in Italia, condotta su 6800 famiglie dall'ospedale pediatrico Gaslini di Genova durante l'isolamento a casa, tra il 24 marzo e il 3 aprile.
I più piccoli, sotto i 6 anni, hanno mostrato in moltissimi casi episodi di irritabilità, difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, inquietudine, ansia da separazione, paura del buio, pianto inconsolabile. I più grandi, giovani e adolescenti, in un numeri assoluti maggiori, hanno evidenziato una sensazione di fiato corto, difficoltà a addormentarsi e fatica a svegliarsi, irritabilità/cambiamento di umore, utilizzo improprio dei media e scarsa collaborazione alle attività domestiche.
"Soprattutto negli adolescenti dall'indagine emerge in maniera
drammatica il "ci avete privato dello stare con gli altri". "Ho paura" e "brutto" sono state invece le parole più usate dai bambini per rappresentare il virus. È l'evidenza di una nuova richiesta di aiuto, di un nuovo bisogno sanitario" spiegano i ricercatori del Gaslini che sottolineano la necessità di mettere in atto procedure di tutela del benessere mentale di bambini e adolescenti. A fronte di evidenze che ci dicono quali sono i problemi bisogna essere capaci di dare risposte e non lasciare soli i nostri figli ha spiegato Paolo Petralia direttore generale dell'ospedale Gaslini.