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Legge elettorale, Brescia: Rosatellum ha fallito. Spero si cambi

Roma, 1 feb. (askanews) - Dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, che ha ridato un orizzonte di stabilità al governo, le forze politiche sono tornate a parlare di legge elettorale in vista delle elezioni del 2023, quando si applicherà la riforma costituzionale che ha ridotto di oltre un terzo il numero dei parlamentari. Con una certa sorpresa il Pd ha aperto al proporzionale, un sistema che piace a diversi esponenti centristi, ma anche a Leu e al M5S.

Due anni fa Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, aveva presentato un testo di riforma basato proprio sul modello proporzionale. Askanews l'ha intervistato, chiedendogli per prima cosa perché, secondo lui, il proporzionale sia preferibile al maggioritario e al sistema misto attuale, il Rosatellum.

"Io - ha risposto Brescia - avevo presentato il testo, come diceva lei, circa due anni fa proprio in accordo con il Partito democratico, che all'epoca poneva la riforma della legge elettorale come condizione per l'approvazione della riforma costituzionale (sul taglio dei parlamentari, NdR). Poi però, subito dopo l'approvazione della riduzione del numero dei parlamentari, purtroppo non se ne fece più nulla, quindi sono contento che ora se ne ritorni a parlare e spero che sia la volta buona. Noi come Movimento 5 Stelle siamo da sempre proporzionalisti, perché crediamo fermamente che la volontà popolare debba essere rispettata il più possibile e quindi con un sistema proporzionale pensiamo che si ottenga un parlamento più aderente al voto espresso dai cittadini".

"E poi - ha aggiunto - con la soglia di sbarramento al 5%, come prevista dal testo che ho depositato, a mio modo di vedere si evita la frammentazione e si favorisce anche la stabilità del quadro politico. La storia del nostro paese poi ci insegna che nessun sistema maggioritario ha mai favorito quella famosa governabilità e il Rosatellum ce lo dice anche in questa legislatura: sono cambiati tre governi, quindi... Penso che (il Rosatellum, NdR) lo possiamo derubricare come un fallimento".

Ma il proporzionale non complicherebbe la formazione di un governo, visto che rende necessario fare le alleanze dopo il voto? "Io penso che, come dicevo prima, nessun sistema elettorale evita davvero questo, perché lo abbiamo visto sia nella storia molto passata del nostro paese che in quella recentissima, ossia di quella (questa, NdR) legislatura che sistemi anche misti o proporzionali o maggioritari... nessuno di questi può assicurare che un governo cominci all'inizio della legislatura e lo stesso governo finisca alla fine della stessa. Noi ci dobbiamo preoccupare di restituire il più possibile alla volontà dei cittadini una rappresentanza che aderisca il più possibile a quella volontà e quindi per questo noi sposiamo il proporzionale".

"E poi - ha sotolineato - con la soglia di sbarramento abbastanza alta, come non c'è mai stata nella storia del nostro paese, al 5%, cerchiamo di evitare quella frammentazione e magari anche con delle modifiche ai regolamenti parlamentari che vadano a disincentivare i cambi di casacca in quel modo dovremmo cercare di favorire la stabilità o come la chiama qualcun altro la governabilità. Questi sono i sistemi che possiamo mettere in campo, abbiamo un anno da qui fino alla fine della legislatura per ottenere questi risultati e quindi c'è bisogno che sin da subito tutti i partiti si chiariscano le idee intorno a questi argomenti".

Resta da vedere come reagirà il centrodestra. Molti scommettono su una nuova spaccatura, magari in forme diverse da quella che si è registrata con la rielezione di Mattarella.

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