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Odontoiatria, Scavia primo medico italiano certificato I.A.O.

Roma, 29 dic. (askanews) - Stefano Scavia è il primo medico in Italia a conseguire la prestigiosa certificazione di eccellenza I.A.O. Direttore sanitario e responsabile del Centro Odontoaesthetics, clinica odontoiatrica tecnologicamente all'avanguardia nell'oasi verde di Milano 3, Scavia ha ottenuto la certificazione dell'Italian Academy of Osseointegration, espressione moderna di professionisti odontoiatri attenti a proposte culturali e formative di qualità.

"Fin dai tempi dell'università, mi sono appassionato all'aspetto del paziente e, quando mi rendevo conto che studiando, pubblicando, facendo ricerca trovavo delle soluzioni che riducessero l'impegno per i miei pazienti, questo mi ha dato uno stimolo enorme anche per provare poi a conseguire questa certificazione da parte della principale società scientifica che rappresenta il nostro settore, la I.A.O - spiega il Prof. Stefano Scavia -. Oggi, il trattamento più richiesto dai pazienti è un trattamento che ripristini, che curi ma anche che migliori l'estetica. Spesso, però, le due cose non vanno di pari passo. Nel settore dell'odontoiatria, e forse non solo in questo, talvolta si cerca di migliorare l'estetica ma sacrificando la biologia e la funzione. Bisognerebbe curare in primis il problema che ha prodotto l'inestetismo e, solo dopo, agire per migliorare quest'ultimo. Personalmente, inorridisco quando vedo i pazienti che hanno otturazioni in composito, corone o faccette fatte per nascondere le recessioni gengivali. Si migliora l'estetica del paziente solo curandone prima la salute e spesso questo passa attraverso un percorso terapeutico molto specialistico, come la rigenerazione. Uno dei problemi più evidenti nei pazienti che è, purtroppo, anche uno dei problemi meno riconosciuti dai dentisti oggi, è quello cosiddetto delle para-funzioni", conclude il dottore milanese. "Lo stress, i ritmi frenetici della quotidianità, la caoticità della vita, ci portano spesso a somatizzare il nervosismo, la stanchezza. Uno degli apparati più colpiti da questo tipo di somatizzazione è quello stomatognatico. Questa condizione è diffusissima e il problema è che pochi dentisti se ne accorgono. Ci sono pazienti con lo smalto consumato, con problemi occlusali e articolari, spesso non solo circoscritti al cavo orale, e dentisti che realizzano ricostruzioni o capsule sottodimensionate, senza accorgersi che il problema principale del paziente è la perdita di tessuto; esiste invece un percorso terapeutico specifico ricostruttivo, oggi anche non invasivo, per curare questi pazienti ripristinandone estetica, funzione e molto spesso, anche la qualità di vita".

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