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Migranti, Baturi (Cei): rischio emergenza, serve concertazione

Rimini, 21 ago. (askanews) - "Mettere assieme le istituzioni nazionali, gli enti locali, le organizzazioni della Chiesa e del Terzo settore per sperimentare un modo concertato di affrontare una situazione che rischia di essere d'emergenza se non affrontata in modo concertato". Lo ha detto il segretario della Conferenza episcopale italiana, mons. Giuseppe Baturi, in merito all'emergenza legata all'incremento del numero di migranti arrivati in alcune città italiane e all'allarme lanciato dai sindaci sul tema.

"Il primo intento è quello di salvare vite, quindi quello di accogliere chiunque venga nel nostro territorio per cercare un futuro migliore - ha precisato mons. Baturi a margine di un incontro al Meeting di Rimini -. La Chiesa mette a disposizione, come ha sempre fatto, con generosità attraverso le strutture della Caritas, delle diocesi e delle congregazioni religiose la propria possibilità di accoglienza - ha aggiunto l'arcivescovo di Cagliari -. Il secondo passo è quello dell'integrazione: non è un sostantivo molto felice ma significa aiutare le persone che accogliamo a sentirsi parte di questa società, a sentirsi parte di questo popolo, significa un'attenzione alla cultura, alla lingua, al rispetto e alla possibilità di espressione delle tradizioni sociali". Questo "permettere a loro di esprimere la propria identità e al popolo italiano di avere meno paura, perché la conoscenza a questo livello può diventare motivo di ricchezza".

"Non neghiamo che tutto ciò richiede certamente una politica un po' più concertata almeno da parte dell'Europa - ha concluso mons. Baturi -. Ma almeno nell'Europa perché il fenomeno è globale: come può la risposta non essere altrettanto coordinata e globale?".

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