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Morando: salario minimo e galera per gli imprenditori "furbetti"

Il viceministro dell'Economia: "legge in tempi brevi a tutela dei lavoratori"

Matteo Legnani
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Prenota i prossimi quattro anni ("le azioni del governo risulteranno credibili se dura fino al 2018). Ma indica tempi più ristretti per le riforme istituzionali ("chiuderemo tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015"). Parla di abbattimento del cuneo fiscale, individuando in 32-33 miliardi di euro il fabbisogno necessario a portare "il peso fiscale che grava sui lavoratori italiani a livello di quelli europei". Risorse che, spiega, "dovranno arrivare dalla riduzione della spesa pubblica che si può fare in tre anni, a patto che si inizi da adesso". Lo afferma il viceministro dell'Economia Enrico Morando, intervenuto al workshop Ambrosetti a Cernobbio. "Deve essere chiaro che chiunque, in nome di una perfezione che non è di questo mondo, adesso fa di nuovo fallire l'accordo" sulle riforme "e porta il Paese a votare, crea un enorme problema per il recupero dell'efficienza economica del Paese, perchè senza un lungo ciclo di governo riformista l'Italia non può fare le riforme per tornare a crescere" avverte Morando. ancora: "Gli 80 euro in più promessi dal governo per i lavoratori a partire da maggio non devono essere percepiti come un intervento spot perchè ci sono le elezioni europee. Può darsi - ammette - che questo intervento dal punto di vista elettorale sia efficace e lo spero, ma ciò che conta è che questo intervento sia percepito come il primo per ridurre il cuneo fiscale alla dimensione media europea". Morando torna poi su uno dei temi più scottanti, tra quelli che il governo Renzi ha messo in agenda: il salario minimo. Per il viceministro dell'Economia "ci sono le condizioni per fare una legge in tempi brevi che introduca il salario minimo".  E punta il dito verso gli imprenditori: "Se un datore di lavoro dovesse pagare di meno" un lavoratore "per me a quel punto dovrebbe andare in galera".

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