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Tasi, dal 2015 si cambia: tassa unica sulla casa e detrazioni per i figli

Nicoletta Orlandi Posti
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Oltre 15 milioni di famiglie italiane entro domani dovranno versare l'acconto della Tasi. Una tassa odiosa e più salata dalla famigerata Imu: non solo infatti la pagano anche gli inquilini, ma non prevede la detrazione di 50 euro per ciascun figlio a carico (per un massimo di 200 euro). Ecco allora che il governo di Matteo Renzi sta pensando a un passo indietro: reintrodurre la detrazione, tassare la casa con un'unica imposta e bloccare la "fantasia" dei Comuni in tema di aliquote. L'attuale meccanismo delle detrazioni è infatti piuttosto cervellotico: la Uil servizio politiche territoriali ha calcolato che le detrazioni, attualmente riservate alle autonome decisioni dei Comuni, arrivano a formare fino a 100 mila combinazioni. Di qui, rivela Repubblica, la decisione del governo di intervenire anche perché dal 2015 “scade” di fatto la maggiorazione dello 0,8 per cento sulla Tasi che i Municipi possono utilizzare per introdurre le detrazioni e da prossimo anno l'aliquota potrà salire dal tetto dell'1 per mille al 6 per mille. Una sorta di tana libera tutti che lascerebbe ai Comuni mani libere su aliquote e detrazioni, e che il governo vuole scongiurare. Per il prossimo anno, spiega il Messaggero, è prevista dunque una marcia indietro: forse non direttamente alla detrazione fissa, ma quantomeno ad una scelta per i sindaci tra solo due o tre possibili opzioni, legate al valore catastale dell'immobile o alla situazione reddituale familiare. L'idea allo studio è quella di riformare l'intero comparto della tassazione della casa che nel solo 2014, secondo dati del Dipartimento delle Finanze, frutterà un gettito di 39 miliardi. Secondo le prime valutazioni l'operazione di “rientro” delle detrazioni centralizzate non dovrebbe comportare aumenti di spesa perché sarebbe assorbita dalla più semplice scalettatura delle aliquote della nuova e unica tassa che somiglierebbe tutto sommato alla vecchia e bistrattata Imu del 2012.

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