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Pensioni, la storia di Pasquale che ha versato 208mila euro all'Inps e ne prende 695 al mese

Matteo Legnani
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E' notizia di poche ore fa: nella legge di stabilità che il governo si appresta a varare potrebbe sparire il tetto alle pensioni d'oro. "La norma è poco chiara" ammette lo stesso Palazzo Chigi. Federcontribuenti coglie la palla al balzo e racconta la storia di Pasquale, che ha fatto l'artigiano per una vita (36 anni di lavoro) ed è quanto di più lontano dalle pensioni d'oro. Ma la sua "vita da contribuente" è quella di milioni di italiani. Pasquale nel 1974 versava all'Inps 254 mila lire l'anno, che nel 1985 sono diventate 9 milioni e 372 mila lire e nel 1989 14 milioni e 286 mila lire. All'alba del nuovo millennio, nel 2000, con i versamenti già indicati in euro in attesa che due anni più tardi la moneta unica diventasse d'uso corrente due anni più tardi, Pasquale versava 7.746,85 mila euro. Al termine della sua vita lavorativa l'Estratto Conto Previdenziale ammontava a 208 mila euro. A Novembre 2014, la pensione lorda di Pasquale è pari a euro 823,37. Dai quali vanno sottratti il debito Irpef (meno 34,10), le trattenute Irpef (meno 61,39), le trattenute addizionali regionali Irpef 2013 (meno 17,10), le trattenute addizionali Com. Irpef 2013 (meno 8,90), le trattenute addizionali Com. Irpef 2014 (meno 3,16). Per un importo netto della pensione pari a euro 695 mensili. Con i termini attuali, l'Ente previdenziale verserà all'ex artigiano solo il 60% di quanto ha versato in 36 anni di lavoro. In Italia una pensione lorda annua pari a 19 mila euro paga in tasse 4 mila euro, 1000 in Francia, 36 euro in Germania. Per Fdercontribuenti, "le pensioni in Italia non reggono il confronto con nessun altro Paese, i contributi Inps uccidono il mercato del lavoro, sono tra le prime cause di fallimento e di accanimento fiscale e non garantiscono un'anzianità quanto meno serena e protetta".

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