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Dirigenti delle Entrate illegittime, no al decreto: non si pagano 8 miliardi di tasse, ecco quali

Andrea Tempestini
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Il caso degli 800 dirigenti illegittimi del Fisco si complica. Il caso riguarda i dipendenti dell'Erario "bocciati" dalla Corte Costituzionale. Il premier Matteo Renzi, dopo un incontro con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha frenato su una possibile soluzione: il titolare di via XX Settembre chiedeva un decreto per evitare il blocco della macchina fiscale, ma Renzi ha detto no. Niente provvedimento d'urgenza: non verranno ripristinate le cariche dei dirigenti assunti senza concorso e retrocessi a funzionari dalla sentenza della Consulta. E così, la macchina-Fisco si inceppa. Che tasse non si pagano - A convincere Renzi non è bastato l'allarme lanciato dall'Agenzia delle Entrate sul blocco dell'operatività che potrebbe comportare un mancato gettito stimato tra i 5 e gli 8 miliardi di euro. Nello specifico, per lo Stato, rischiano di svanire gli introiti derivanti dal ravvedimento lungo operoso, 4-5 miliardi dal blocco del contenzioso con i grandi contribuenti e tre miliardi dalla voluntary disclosure. Renzi, spiega Il Messaggero, sarebbe convinto del fatto che la soluzione debba essere trovata a legislazione vigente, senza dunque rischiare decreti urgenti che possano essere bocciati dal Colle poiché interpretati come un escamotage per "dribblare" la Corte Costituzionale. In soldoni, Sergio Mattarella potrebbe non firmare l'eventuale decreto e respingerlo al mittente. In attesa del concorso... - Al blocco del Fisco è già stata trovata una soluzione "strutturale": l'Agenzia delle Entrate dovrà far ripartire il concorso per 400 dirigenti bloccato dal Consiglio di Stato proprio per i punteggi maggiorati per i funzionari che già occupavano le caselle. Il concorso dovrà essere solo per esami e deve essere concluso in tempi brevi. Il problema vero, come detto, è capire cosa accadrà in attesa del concorso: Padoan, su pressione delle Entrate, voleva - per decreto - stabilire la possibilità di incentivare con remunerazioni più elevate i funzionari ai quali i dirigenti delegano alcune attività. Questa soluzione permetterebbe di riassegnare ai funzionari i vecchi incarichi mantenendo anche lo stipendio, che dopo la sentenza, in parecchi casi, risulta decurtato più della metà. Ma per Renzi e Palazzo Chigi, anche in questo caso, il timore è che la soluzione "cozzi" con i dettami della Consulta e venga dunque bocciata dal Colle. Il rischio-paralisi, ora, è più concreto che mai. Così come è più che concreto il rischio che lo Stato non incassi 8 miliardi di contributi.

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