Pier Luigi Bersani vittima del metodo utilizzato (dalla sinistra contro il Cav). Ai primi di novembre del 2011 Silvio Berlusconi è stato costretto a dimettersi dai mercati e delle agenzie di rating che lanciavano allarmi sullo spread, fuoco alimentato dalla sinistra che voleva far fuori dalla scena politica Berlusconi per "via economica". E' arrivato Mario Monti l'economista, il Professore che avrebbe dovuto compiere il miracolo ma che invece ci ha solo riempito di tasse e le agenzie di rating sembravano essersi placate. Ora è il turno di Bersani, questa volta è a lui che i mercati guardano con preoccupazione e timore. Toccherebbe a lui dimettersi. L'agenzia internazionale Moody's guarda al tentativo di Pier Luigi Bersani per formare un governo in Italia e all’impatto che esso avrà sul profilo di credito del paese. "Abbiamo un outlook negativo sul rating 'Baa2' dell’Italia - dice l’analista di Moody's, Dietmar Hornung - Nel breve termine guardiamo al tentativo di Bersani di formare un governo e alle implicazioni sul profilo di credito". Durante tutta le mattinata, lo spread è continuano a salire viaggiando verso quota 350 punti. Intorno all'ora di pranzo il differenziale tra titoli di Stati tedeschi e italiani si attestava intorno a 346 punti. Sull'Italia pesano anche le incertezze della politica, mentre diminuiscono le possibilià' per Pierluigi Bersani di riuscire a formare un governo. Esito non esaltante per l'asta dei Bot a 5 e 10 anni collocati dal Tesoro italiano. I titoli quinquennali hanno registrato rendimenti in aumento dal 3,59% al 3,65%, mentre il tasso dei decennalià è sceso al 4,66% dal 4,83. .