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Agenzia del farmaco, la sede di Amsterdam non piace all'Ema: Milano prepara il ricorso

Giovanni Ruggiero
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L'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha presentato i piani per un "edificio di punta, moderno", che accolga ad Amsterdam i circa 900 scienziati e ricercatori costretti a lasciare Londra a causa della Brexit. Tuttavia, quel palazzo del valore fra 250 e 300 milioni di euro non sarà pronto sino al novembre 2019, e la sede temporanea in Olanda offrirà solo "la metà dello spazio" degli uffici londinesi, ha affermato il direttore Guido Rasi. I locali provvisori sono affittati per consentire il trasloco temporaneo dell'Ema a partire dal 1 gennaio 2019, e il suo completamento entro il 30 marzo dello stesso anno, primo giorno dell'era post Brexit. "La delocalizzazione fisica dell'Ema in un nuovo Paese d'accoglienza è la unica più grande sfida che l'Ema abbia mai dovuto affrontare dalla sua fondazione", ha aggiunto Rasi, in conferenza stampa. Incaricato della supervisione del trasferimento, ha ammesso che "le ambiziose sfide" hanno reso l'obiettivo "ancor più difficile". Basata dal 1995 nel quartiere londinese di Canary Wharf, l'Ema valuta e supervisiona i farmaci destinati a esseri umani e animali, lavorando in coordinamento con le autorità nazionali per autorizzare la vendita delle medicine sul mercato unico dell'Unione europea. Alla luce di quanto sta emergendo sull'assegnazione ad Amsterdam della sede di Ema, fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il Governo intraprenderà ogni opportuna iniziativa presso la Commissione europea e le istituzioni comunitarie competenti affinchè, anche a seguito di quanto dichiarato dal direttore dell'Agenzia, venga valutata la possibile riconsiderazione della decisione, che vide Milano battuta al sorteggio finale.

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