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Aquarius, la Francia abbassa la cresta. L'uomo di Macron: "L'Italia vomitevole? Io...". Come si umilia

Giulio Bucchi
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I galletti francesi abbassano la cresta. Martedì mattina Gabriel Attal, portavoce di En Marche, partito del presidente Emmanuel Macron, aveva definito "vomitevole" la decisione del governo italiano di chiudere i porti alla nave Aquarius, carica di oltre 600 migranti. Poche ore dopo, lo stesso Macron aveva bollato come "cinica e irresponsabile" la linea imposta dal ministro degli Interni Matteo Salvini. Reazione del governo: da che pulpito? Lo sdegno italiano per chi, come la Francia, chiude a sua volta i porti, non contribuisce in alcuna maniera a risolvere l'emergenza sbarchi nel Mediterraneo e soprattutto controlla militarmente il confine a Ventimiglia per non far passare nemmeno un migrante, in qualche modo ha funzionato. Leggi anche: "Caro Macron, domattina...". Salvini Bulldozer, la bomba dalla Gruber Il premier Giuseppe Conte, paventando di far saltare il vertice bilaterale di venerdì prossimo con Macron, ha aggiunto il carico da novanta. E in serata, raggiunto dal Corriere della Sera, lo stesso Attal ha in parte ritrattato le proprie improvvide affermazioni: "Questa mattina mi sono espresso sull'emozione del momento. Vorrei rimettere quella frase nel contesto. Ho trovato inaccettabile il grido vittoria! a proposito di una nave respinta benché piena di persone in sofferenza. Ma non ce l'avevo con l'Italia, Paese dove ho abitato per due anni e che adoro. Ed è vero che l'Ue non ha aiutato abbastanza gli italiani. Anche Macron è noto per essere diretto, per lavorare insieme tra alleati è bene dirsi le cose chiaramente. Adesso dobbiamo rimetterci al lavoro e tornare a cercare insieme una soluzione stabile a livello europeo, senza colpi di forza". A volte, alzare la voce, allora serve.

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