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Nord Corea, Kim Jong Un horror: ha fatto sbranare lo zio dai cani

Secondo il principale quotidiano cinese il giovane dittatore avrebbe assistito alla tortura del parente, condannato per "alto tradimento" e corruzione

Giulio Bucchi
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Spogliato e fatto sbranare da cani inferociti e affamati, lasciati a digiuno per tre giorni. E' la sadica esecuzione imposta dal dittatore della Nord Corea Kim Jong-Un allo zio Jang Song-Thaek, 67 anni, condannato a morte insieme a cinque suoi assistenti per alto tradimento e corruzione. A riferire il macabro particolare è stato il quotidiano cinese Wen Wei Po, ufficiale portavoce del governo di Pechino, è il dettaglio non è da poco perché getta ulteriore discredito sul giovane tiranno, sempre meno protetto dalle autorità cinesi.  Secondo il giornale, lo stesso Kim Jong-un e 300 alti ufficiali avrebbero assistito alla tortura, chiamata quan jue (esecuzione con cani) e durata circa un'ora, (in)degno coronamento di un processo sommario e mediatico: nel suo discorso di Capodanno, il figlio di Kim Jong-Il non aveva esitato a definire lo zio "feccia", colpevole di "disdicevoli relazioni con varie donne, cene in ristoranti di lusso, frequentazioni di Casinò, cure mediche all'estero" e, soprattutto, colpevole di "azioni faziose, come sognare sogni diversi". Una condanna morale e politica che il dittatore starebbe allargando agli aiutanti di Jang Song-Thaek, che secondo il quotidiano di Pechino sarebbero stati spediti nei campi di lavoro nordcoreani. "Stiamo tempestivamente epurando il paese dai dissidenti. Gli elementi anti-rivoluzionari ci hanno aiutato a cementare la solidarietà all'interno del partito", è stato il minaccioso commento di Kim Jong-Un.

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