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L'auto dell'anno? Una truffaL'Aci tedesca taroccava i voti

Il caporedattore di Motorwelt, la rivista dell'Adac, ha ammesso di aver manipolato per anni i risultati del popolare concorso in favore della Golf

Matteo Legnani
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Il concorso per l'auto più popolare della Germania era truccato. E alla manipolazione dei dati provvedeva direttamente Michael Ramstetter, caporedattore di Motorwelt (Mondomotori), il mensile sulle quattroruote più diffuso e più autorevole della Repubblica federale. Rimbalzata su tutti i quotidiani, la notizia ha provocato un bel terremoto all'interno dell'Adac, corrispettivo dell'Aci italiano che, con 19 milioni di iscritti, è il primo automobil club d'Europa e il secondo al mondo. Si dà il caso che Motorwelt sia proprio la rivista ufficiale dell'Adac, dove Ramstetter ricopriva l'importante incarico di capo delle comunicazioni.  Lo scandalo nasce e viene scoperto a Monaco dove l'Adac ha sede. Già martedì scorso la Süddeutsche Zeitung, prestigioso  quotidiano progressista pubblicato nella capitale bavarese, aveva accusato l'automobil club di manipolare il concorso a suo piacimento. «Insulti e falsità», aveva replicato giovedì scorso un risentito Karl Obermaier, direttore dell'Allgemeine Deutsche Automobil-Club. Parole pronunciate nel corso della cerimonia con cui il direttore assegnava il premio di auto più popolare alla Volkswagen Golf. Secondo la Süddeutsche, il riconoscimento tributato da Motorwelt è stato deciso sulla base di soli 3.409 voti espressi, a fronte degli oltre 34 mila denunciati da Ramstetter. «Ho fatto casino e ho aggiustato i numeri», ha finalmente ammesso lunedì l'ormai ex redattore capo, licenziato in tronco il giorno successivo alla premiazione taroccata. Pentito della piccata risposta fornita giorni prima al quotidiano, Obermaier ha disposto un'inchiesta interna e ricordato che «la credibilità e la fiducia sono il nostro primo prodotto». È vero che, così come amano le loro automobili, i tedeschi amano l'Adac e il soccorso auto fornito dagli “angeli gialli”, i tecnici che scendono dai carri attrezzi (altrettanto gialli) per aiutare gli automobilisti in panne. Un servizio che si avvale anche dell'uso di alcuni elicotteri, sempre dello stesso colore. L'importanza dell'Adac è tale che sullo scandalo è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, il bavarese Alexander Dobrindt. Il ministro ha esortato la società «a mettere le carte in tavola» e a fare piena luce sull'accaduto. Anche perché sembra che i trucchi dell'ex capo redattore di Motorwelt non siano cominciati quest'anno. Ecco perché Obermaier ha fornito le proprie scuse anche alle case automobilistiche beffate dai magheggi di Herr Ramstetter, promettendo, dall'anno prossimo, una valutazione esterna del processo. Il premio, assegnato nel 2012 all'Audi Q3 con la bellezza di 330mila ufficiali, è infatti ritenuto un buon indicatore del mercato dell'auto tedesco.  Il tonfo di credibilità dell'Adac non ha peraltro sconvolto Volkswagen un cui portavoce ha dapprima chiesto chiarezza per poi aggiungere: «Restiamo del parere che la Golf è l'auto preferita dei tedeschi». Nel ribadire che gli angeli gialli erano all'oscuro della truffa, Obermaier ha da parte sua escluso la necessità di dimettersi, spiegando in conferenza stampa che è già stato licenziato «non un impiegato qualunque, ma un alto dirigente dell'Automobil club». Quella di questi giorni è però la seconda buccia di banana per l'Adac che già nel 2005 dovette ammettere di aver “aggiustato” il risultato di un test di sicurezza  allo scopo di far sfigurare una Dacia, autovettura prodotta in Romania. Allora qualche gola profonda spifferò alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che le ruote dell'auto sotto esame erano state espressamente danneggiate prima del test. di Daniel Mosseri

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