Povera Ucraina bistrattata. Le tocca pure il terrorismo

Andriy Parubiy, poeta e politico discusso, ucciso da un sicario travestito da rider. Regolamento di conti interno oppure vendetta della Russia?
di Carlo Nicolatodomenica 31 agosto 2025
Povera Ucraina bistrattata. Le tocca pure il terrorismo

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Ci sono voluti 8 colpi di pistola per uccidere Andriy Parubiy, politico ucraino dal passato importante e chiassoso ma che con l’arrivo di Zelensky al potere è stato relegato a ruoli secondari e perlopiù locali. Da leader e fondatore di alcuni movimenti neonazisti negli anni ’90, tra i quali il Partito social-nazionale d’Ucraina poi confluito in Svoboda, era arrivato, dopo una ripulita graduale e in un certo senso eroica, a rivestire addirittura la carica di presidente della Rada, il Parlamento ucraino, tra il 2016 e il 2019. Nel mezzo era stato leader di diversi gruppi paramilitari nazionalisti, in particolare delle “forze di autodifesa del Maidan” protagoniste dell’omonima rivoluzione tra il 2013 e il 2014. In cambio di tale importante esperienza e dopo la sua adesione al partito Patria di Julija Tymoshenko, Parubiy era stato premiato prima con la carica di segretario del Consiglio di sicurezza (2014) e poi appunto con quella del vertice del Parlamento.


Ma chi può aver avuto l’interesse di ammazzarlo per strada a Leopoli, città dove era cresciuto e aveva studiato? Le immagini di una telecamera di sicurezza mostrano un uomo travestito da corriere Glovo con il casco giallo che raggiunge il politico su un marciapiede, gli spara a bruciapelo diversi colpi, ripone l’arma nella borsa gialla e scappa a piedi. Il presidente Zelensky ha assicurato che «tutte le forze e i mezzi necessari sono impiegati per l'indagine e la ricerca dell'assassino» ma la memoria degli ucraini è andata immediatamente all’omicidio avvenuto lo scorso anno in circostanze simili sempre a Leopoli di Iryna Farion, anche lei proveniente da ambienti di estrema destra, e per il quale non è stata fatta tuttora giustizia. Una strana coincidenza che lascia pensare a regolamenti pollici interni, anche se ovviamente su entrambi gli assassini aleggia l’ombra di Mosca.


Poeta, intellettuale, estremista e militarista, appassionato di montagna e di karatè, Parubiy, come peraltro la stessa Farion, non ha mai nascosto le sue posizioni antirusse che gli sono valse negli anni di Maidan l’inserimento nella lista dei politici sanzionati da Mosca che lo accusa, tra le altre cose, di avere avuto un ruolo fondamentale nell’incendio della Casa dei Sindacati di Odessa del 2014 in cui hanno perso la vita 42 filorussi. Parubiy sarebbe stato anche al centro di una campagna di disinformazione con Mosca che avrebbe cercato più volte di sottolineare le sue simpatie hitleriane, secondo la stessa 1991 Co-fonda il Partito Social-Nazionale d’Ucraina (poi “Svoboda”) 2004 Attivo nella Rivoluzione Arancione Dal 2007 Eletto deputato in tre legislature (coi partiti Our Ukraine, Batkivshchyna, People's Front, European Solidarity) 2014 Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSDC) 2016–2019 Presidente del Parlamento ucraino 30 agosto 2025 A Leopoli viene ucciso a colpi d'arma da fuoco da un sicario travestito da corriere narrativa che si cela dietro il tentativo di invasione e quindi la guerra in corso. In particolare nel 2018 quando la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la Legge sui Referendum Nazionali, Parubij invitò alla cautela nei confronti della democrazia diretta sostenendo come anche Hitler la usasse per raggiungere i suoi scopi. I media russi distorsero le sue parole affermando che avesse lodato Hitler come un modello di democrazia diretta e molti media occidentali andarono a ruota. In ogni caso per scoprire chi è stato a ucciderlo, Kiev ha ufficialmente avviato un'operazione speciale chiamata Siren.


La Russia ovviamente non ha commentato l’episodio spostando piuttosto l’attenzione sulle manovre militari che, a detta del Cremlino, hanno portato alla conquista del villaggio di Komyshuvakha nella regione orientale di Donetsk. Nella notte tra venerdì e sabato la Russia ha ripetutamente bombardato l’Ucraina, in particolare nella zona di Zaporizhzhia, dove i raid hanno danneggiato 40 case, 14 condomini e un numero imprecisato di strutture industriali. Secondo le autorità ucraine i bombardamenti hanno provocato un morto e 22 feriti, fra cui 3 bambini. L’Europa è ritornata ancora sulla possibilità di confisca degli asset russi congelati. «Dobbiamo avere una exit strategy, non possiamo immaginare la situazione in cui, se c'è una tregua o un accordo di pace, gli asset congelati della Russia siano restituiti se non pagano le riparazioni all’Ucraina», ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas. Sul punto la posizione italiana è piuttosto scettica. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto ieri che tale misura può avere un significato politico ma «rischia di diventare un boomerang, perché se non c'è la base giuridica e si prende una decisione contro il diritto si fa un regalo a Putin».