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M5s, Di Maio al Corriere: "Il bicameralismo è un valore da conservare"

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Ignazio Stagno
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"Il Senato può essere diminuito come membri, come costi, ma ci vuole un organo di controllo oltre la Camera. È necessario, c'è in tutta Europa, in tutto il mondo". Parola di Beppe Grillo. Il leader a Cinque Stelle insomma non vuole che venga chiuso palazzo Madama. E per spiegare la sua tesi snocciola un po' di dati: "Per questioni economiche, il Senato oggi costa 550 milioni l'anno: anche se togli i senatori e li metti senza stipendio risparmi 50/60 milioni, ma non risolvi". Ma Grillo, dunque, cosa propone? "Togliamo i deputati, togliamo i senatori facciamo come abbiamo detto noi: più di due legislature vanno a casa, metà stipendio, togliamo tutti i rimborsi elettorali, togliamo tutti i costi della politica, togliamo le pensioni, gli incentivi e facciamo una riforma pazzesca". Poi Grillo, in un'intervista a Matrix va all'attacco di Renzi: "E' messo lì per proseguire quello che proseguivano gli altri... l'agenda Monti, l'agenda Letta". E di nuovo sul sistema elettorale: "Non esiste una legge perfetta, c'è la meno peggio però bisogna decidersi su che tipo di Parlamento vogliamo: un Parlamento di senatori nominati e allora qui c'è in ballo la democrazia, non la Camera o il Senato. Qui - ha concluso - non c'è più la democrazia". Cambio in corsa - Comunque in casa Cinque Stelle c'è un'inversione di tendenza. Dopo una campagna elettorale basata sul "no" alla Casta, i Cinque Stelle chiedono ora di mantenere quello "status quo" che tanto piace a Pietro Grasso. Insomma secondo il vicepresidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio, il Senato non va abolito. Il bicameralismo perfetto rappresenta "un virtuoso meccanismo tramite il quale il Parlamento è in grado di ponderare adeguatamente le scelte complesse e delicate che si trova ogni giorno ad affrontare", afferma il grillino che con una lettera al Corriere, difende la parità tra le Camere. La lettera - "Sono piene le cronache politiche di proposte di legge approvate da una Camera e per le quali la stessa maggioranza riconosce la necessità di un perfezionamento in seconda lettura. Sta succedendo in queste settimane con la legge elettorale". Insomma dite addio al Movimento Cinque Stelle con l'apriscatole che voleva scoperchiare il Parlamento come una scatoletta di tonno. Ora il nuovo verbo su cui puntare è "blindare tutto". "La vita parlamentare degli ultimi anni ci insegna poi come una maggioranza parlamentare compatta sia in grado di approvare in pochi giorni anche leggi importanti e contestate dall'opinione pubblica, come nel caso del cosiddetto 'lodo Alfano', approvato in soli 20 giorni". Per Di Maio già esistono strumenti per legiferare in tempi rapidi: "dai procedimenti decentranti" scrive "fino ad arrivare alla deliberazione d'urgenza sui progetti di legge e ai decreti legge per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza".

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