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A Padova la fiera delle auto immortali

Matteo Legnani
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La trattativa va a segno mentre un pezzo di intonaco si stacca dal soffitto del Palafiera di Padova sfiorando il compratore, un cubano dal cognome sospetto (Castro) che vive in Olanda, e il proprietario di una Aurelia B20 - targa nera Roma d'altri tempi - il quale incassa in un sol colpo 135mila euro. Niente male, anche se poco a confronto dei 1,1 milioni con cui giovedì mattina un commerciante austriaco, sempre alla mostramercato “Automoto d'epoca” di Padova - «la più grande al mondo del settore» dice l'organizzatore Mario Carlo Baccaglini, che però nel 2015 minaccia di spostare l'evento altrove se i locali della Fiera, obsoleti e fatiscenti, non verranno riadeguati - si è regalato una Mercedes Roadster color grigio piombo (analoghi modelli soltanto nel 2009 si portavano a casa con la metà dei soldi) e un'inezia se paragonata ai 28,5 milioni battuti all'asta l'estate scorsa per l'ultima delle 39 Ferrari 250 Gto, costruite tra il 1962 e il 1964, che ancora si trovava in Italia. Se infatti Padova è un trionfo per chi è qui a vendere, è indubbio che in queste stesse ore, sotto un altro aspetto, si va consumando l'ennesima tragedia all'italiana: centinaia di auto del nostro patrimonio storico prendono il volo, così come è accaduto negli ultimi anni per tante collezioni, non solo private, “Maranello Rosso” (Ferrari e Abarth) l'ultima in ordine di tempo. Una diaspora autentica. D'altro canto l'80 per cento dei collezionisti italiani, lungi dall'aver perduto la passione per i giocattoli a quattro ruote, ma terrorizzato da un fisco senza pari, si sbarazza dei suoi beni oppure li ha già intestati da un pezzo a società ad hoc sorte all'estero; così l'erario non solo arriva in ritardo ma provoca ulteriore impoverimento al nostro già tartassato parco auto il quale sempre in questi giorni ha subìto l'ennesima mazzata con il decreto che impone il pagamento del bollo anche ai veicoli che hanno dai venti ai trent'anni d'età, e precedentemente esentati. È in questo contesto che fin dalla mattinata di giovedì sono calati in Veneto centinaia di compratori, soprattutto da Germania, Svizzera e Austria, ma anche da Olanda e perfino da Stati Uniti e Australia, per far fuori tutte le migliori occasioni; meno di 24 ore dopo le auto più significative portavano sul parabrezza il foglietto “sold”, venduto. Solo noi abbiamo contato 83 Porsche e 48 Mercedes, in particolare le 190 Sl cabrio (i pezzi più gettonati della Stella a tre punte) che avevano cambiato proprietario, per non parlare di altre marche come Ferrari (29 pezzi), Bmw e Jaguar, e tralasciando le vetture di nicchia, se non quelle più a buon mercato contornate, queste sì, da italiani squattrinati, se non da autentici perdigiorno che fanno letteramente impazzire i venditori con un sacco di domande e di aneddoti personali prima di dirigersi verso le bancarelle di modellini 1:43 dando fondo ai 30 euro nel portafogli. Gli affarissimi si sono conclusi il primo giorno di fiera, ossia giovedì. Ma non era aperto esclusivamente a commercianti, stampa del settore e Vip? Appunto. Sotto il nome Vip si nascondono infatti i veri re del mercato, che nulla hanno di diverso rispetto, ad esempio, ai re del mercato calcistico, a cominciare dall'aspetto fisico e dall'abbigliamento. Chi si aspetta personaggi in giacca e cravatta, antichi cumenda o bon vivant magari col foulard di seta al collo resterebbe spiazzato. I nuovi re sembrano piuttosto moderni commercianti di bestiame, col jeans, la scarpa di vernice appuntita e soprattutto portafogli carichi di soldi, assegni e credit card. Li abbiamo visti all'opera, nonostante i prezzi delle auto fossero mai come stavolta stellari. Per una Lancia B24 come quella di Gassman nel “Sorpasso” la richiesta era di 250mila euro, mentre - queste le abbiamo viste noi - una B20 è passata di mano a 130mila, una Giulia SS a 38mila, una Mercedes Sl a 120mila, una Fiat 1500 coupè Vignale a 17mila come una Bmw coupè Sport 700. E quattro Giulietta Alfa Romeo 2000 Touring sono state alienate per cifre tra i 70 e gli 80mila. Altre follie: per una Citroen Ami berlina la richiesta era 22mila euro; per una Porsche 356 Speedster 300mila; moltissime comunque le auto in vendita sopra la soglia dei 100mila, ma ciò non ha fermato gli acquirenti delle Maserati Bora, Ghibli e Mistral, quasi tutte vendute tra i 100 e i 150mila euro quando alla fine della fiera mancavano ancora più di due giorni. Tra le occasioni: le Alfa Duetto spider coda tronca anni 70 (10mila euro), le Rolls Royce, anche a guida sinistra, a 15-20mila, una Mercedes 280 s del '69 con cambio al volante a 8mila, una gigantesca Opel Kapitan a 6mila. Tra le curiosità: una Range Rover prima serie appartenuta a Silvio Berlusconi venduta a 22mila euro; invenduta, a venerdì, invece una A112 che fu di Giorgio Almirante, e così una Lancia Flavia coupè ex Trapattoni, per non parlare di una meravigliosa Dodge cabriolet del 1949 come quella di William Holden in “Viale del tramonto”, da restauro ma ad “appena” 26.500 euro fuori, in un cortile, tra i 15 padiglioni della fiera colmi di auto e qualsiasi altro oggetto vintage, a volte rarissimi. Come un pacchetto di sigarette “Turmac”. di Francesco Zucchini

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