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Giornata mondiale dei rom, Matteo Salvini durissimo: "Se molti di loro lavorassero e non rubassero..."

Giulio Bucchi
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Da qualche giorno Matteo Salvini si è rimesso simbolicamente la felpa ed è salito di nuovo sulla ruspa, avviando questa strana fase di campagna elettorale post-voto, in cui bisogna riprendere i temi cari ai propri sostenitori per non perdere consensi. Così la battaglia per conquistare Palazzo Chigi a Roma passa anche dall' atteggiamento intransigente versi i rom. Ieri, in occasione della Giornata internazionale di Rom, Sinti e Caminanti, su Twitter Salvini ha tuonato: «Se molti di loro lavorassero di più e rubassero di meno, se molti di loro mandassero i figli a scuola invece di educarli al furto, sarebbe davvero una festa». Apriti cielo: eccolo là di nuovo, hanno sostenuto gli avversari, il Salvini razzista, eccolo il segretario della Lega che offendeva gli «zingari», eccolo l' estremista che voleva asfaltare i campi rom a bordo di un Caterpillar (o di un Carroccio). La verità - Ma la verità è che il leader leghista si è limitato a dire una cosa di buon senso, peraltro suffragata dai numeri. Il paradosso semmai è che la sua denuncia faccia più scalpore del problema (enorme) che essa indica: la mancata integrazione dei rom, un inserimento che non passa solo attraverso il «rispetto della libertà di espressione di ciascuna cultura» come sostiene in modo buonista Mattarella, ma soprattutto attraverso la frequenza della scuola, lo svolgimento di un' attività lavorativa, la residenza in una casa e la rinuncia ad attività criminali. Il primo passo si compierebbe nel momento in cui i rom cominciassero a essere scolarizzati. Cosa che, ahinoi, accade molto raramente. Se, secondo i dati della Commissione europea, in Europa un rom su due non frequenta la scuola, in Italia la situazione è molto peggiore: solo il 30% dei minorenni rom è iscritto a scuola, il che beninteso non vuol dire che la frequenti realmente. Non a caso, appena il 6% di loro arriva a un diploma di scuola media. Basti prendere, ad esempio, la città di Roma. Qui, nonostante l' investimento comunale di circa 27 milioni di euro dal 2002 al 2015 per la scolarizzazione, appena un rom su 10 frequenta la scuola regolarmente. Trasferendo questa media a livello nazionale, parliamo di circa 40 bambini rom di età compresa tra i 6 e i 14 anni che restano fuori dalle aule. E non vogliamo dare la colpa ai genitori che, anziché esortarli, li dissuadono dall' andare a scuola? Ma forse è una deriva inevitabile, visto che molti rom adulti sbarcano il lunario non grazie a un titolo di istruzione o a una professione. I rom che lavorano nel nostro Paese, secondo un rapporto pubblicato su Wired, sono appena il 40%, 20 punti in meno rispetto alla media europea. L'obiezione - L' obiezione facile è che molti restano disoccupati perché i datori di lavoro non sarebbero disposti ad assumere degli «zingari». Ma è davvero così? Non vale piuttosto l' inverso, cioè che, provenendo da una cultura zigana, i rom non contemplano il lavoro come strumento privilegiato per la realizzazione sociale dell' individuo? Quanto all' ultimo punto rilevato da Salvini, cioè che essi non lavorando, sarebbero più dediti al furto, si potrebbe rilevare banalmente che, se non hai un reddito, in qualche modo devi pure procurarti da mangiare, non sempre in maniera legale. Pur mancando statistiche sull' incidenza di persone dedite al furto nella comunità rom, si sa che le carceri minorili italiane sono stracolme di giovani nomadi. Nel 2011 - dati raccolti dall' associazione Antigone - su 500 detenuti negli Istituti penali per minori in Italia, la percentuale di rom era del 30%, altissima in rapporto alla consistenza totale dei nomadi in Italia (appena lo 0,25% della popolazione). La spiegazione - Questo si spiega in parte col fatto che, a differenza di altre etnie, difficilmente i rom possono scontare pene alternative alla detenzione, non disponendo di case; ma ragionevolmente anche col fatto che, rispetto ai loro coetanei, i minorenni rom incappano più spesso in micro-reati. La soluzione non passa allora da una difesa ideologica del Rom in quanto vittima. Passa piuttosto da questa concatenazione logica: più scuola uguale più lavoro uguale meno furti. Il giorno in cui questo slogan diverrà realtà, ci sarà da festeggiare, come dice Salvini. di Gianluca Veneziani

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