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Antonio Gentile: ecco come Renzi ha convinto Alfano a farlo dimettere

Nicoletta Orlandi Posti
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Ci aveva provato Gaetano Quaglieriello e non c'era riuscito. "Non mi dimetto", aveva risposto Antonio Gentile al collega di partito che tentava di risolvere con una telefonata la questione del sottosegretario da 48 ore al centro di un infuocata polemica con "L'Ora della Calabria" per via di un'inchiesta sul figlio che sarebbe stata bloccata prima di essere pubblicata. E' stata necessario una seconda telefonata, questa volta di Angelino Alfano, per convincerlo che la poltrona su cui voleva rimanere seduto era diventata bollente. "Lascio per il bene dell'Italia", ha annunciato poi Gentile. Cosa gli abbia detto Alfano non si sa, di certo c'è che il ministro dell'Interno poco prima di alzare il telefono e dettare la linea al sottosegretario calabrese, aveva avuto un colloquio con Matteo Renzi. Il premier da parte sua ha preferito non mettere il cappello su questo successo che ha consentito al suo governo di far fuori in meno di 48 ore un personaggio scomodo e chiacchierato come Gentile che era riuscito a tirarsi addosso le critiche di un asse trasversale che andava da Forza Italia a Sel, dal Pd al Movimento Cinque Stelle. Del resto Matteo Renzi ha ben altre ambizioni: dire che a lui della composizione del governo poco importa, forse sarebbe un'eccessiva forzatura, ma di fatto per il premier ci sono altre cose da portare a casa (la legge elettorale in primis) che non la testa di un sottosegretario del Nuovo Centro Destra.

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