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Ambrosi risponde alla Lucarelli: "La piallata ha avuto ciò che si meritava"

Lucia Esposito
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Non finisce più la lite Lucarelli-Ambrosi dopo la recensione del libro di Selvaggia (Che ci importa del mondo, Rizzoli) pubblicata sul Fatto e firmata dalla blogger Elisabetta Ambrosi. Una recensione in cui di fatto sul giornale di Travaglio e Padallaro, la giornalista dava voce alle tette di Selvaggia e sottolineava come la protagonista del libro prima usi il suo abbondante seno come cavallo di Troia "per entrare in ogni tipo di trasmissione tv" e poi le considera "un ingombro perché con le tette al massimo si va a Sanremo, mica al premio Strega" e invece lei al premio Strega ci vorrebbe arrivare (che poi visti i candidati perché no)". Puntuale è arrivata la risposta di Selvaggia su Libero, in un articolo sotto il titolo "Giù le mani dalle mie tette". Selvaggia ha dato della "rosicona" alla Ambrosi evidenziando come abbia pure sbagliato la casa editrice che pubblica l'articolo.  Spunta Lerner  - Di mezzo c'è stata la Pasqua. I giornali non escono. E così a tenere viva la polemica è stato un articolo di Gad Lerner sul suo blog. Il giornalista discettava sull'uso della parola "rosicona" dicendo in pratica che chi dà del rosicone a qualcuno che lo accusa, è lui stesso un rosicone. Selvaggia Lucarelli quindi sarebbe invidiosa della Ambrosi. La replica - Oggi martedì 22 aprile ecco che arriva la risposta della Ambrosi che, ancora una volta, fa parlare le tette di Selvaggia. "Brava Selvaggia, quella rosicona piallata ha avuto ciò che si meritava".  Scrive: "Noi, le tue tette, la tua fedelissima quinta misura, temevamo che non ci considerassi abbastanza ma ora finalmente siamo tranquille. Hai saputo rivendicare con forza i tuoi cassetti pullulanti di wonderbra, mica come quella frustrata del giornale di Padellaro e Travaglio che avrà di sicuro quei reggiseni color carne delle intellettuali cozze, e pure mutandoni all'ombelico. Insomma, siamo fiere di te, che senza tentennamenti hai di nuovo rivendicato puntando il dito contro la sicura retromarcia della rinsecchita radical chic". Ma poi ecco che arriva la stoccata, ovviamente la Ambrosi si appiglia all'articolo di Gad Lerner e si chiede: "non è che a furia di dare dell'invidiosa alla giornalista del Fatto farai la figura di quelli che quando ricevono una critica la buttano sul rosicamento altrui?". E sostiene che il silenzio sarebbe stato una scelta di stile, ma dimentica di scusarsi e di ammettere l'errore sulla casa editrice. La Lucarelli risponde a strettissimo giro all'articolo. a Dagospia dice: "Se prima il rosicamento della Ambrosi era supposto, con questo secondo noioso pippone è conclamato. Per la precisione, nella scala mondiale del rosicamento il suo è "quinta misura coppa D". Il commento del Corriere - La guerra tra Lucarelli e Ambrosi finisce in un commento sul Corriere della Sera in cui si parla di come sia cambiata la critica letteraria ridottasi a quella che in gergo si chiama "marchetta". Oggi - scrive Luca Mastrantonio - alla crisi cronica di una critica spesso mortalmente affettuosa e affamata come uno zombie, si acccompagna la cinica disponibilità a fare il bounty killer, da parte di molti killer: produttori di giudizi che hanno allargato l'offerta, spesso schiavi del bisogno di visibilità. Il rischio è che dopo una sbornia di stroncature coatte, si torni a rivalutare le marchette sincere". Insomma, le critiche dei blogger sono spesso delle stroncature per possono garantire una certa visibilità. Nel caso della Ambrosi è andata proprio così tanto che lei stessa definendosi "oscura blogger" sostiene di avere avuto molta pubblicità. 

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