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Il Pd scarica Santoro e Ingroia

Il giornalista e l'ex pm "messi al bando" dal partito che ha chiesto maggiore responsabilità

Lucia Esposito
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Che l'intervista di Michele Santoro a Silvio Berlusconi abbia dato la scossa a una campagna elettorale che fino a quel momento non era ancora decollata, che quell'intervista abbia rivelato un Cavaliere tutt'altro che in dismissione, è ormai innegabile. Il passo avanti è che adesso Santoro, e con lui l'ex pm Antonio Ingroia (da cui dipendono le sorti i Bersani al Senato) fanno le vittime, si sentono messi sotto processo dal partito. Basta leggere la prima pagina del "travagliano" Fatto Quotidiano in edicola oggi giovedì 17 gennaio: "Il Pd detta la linea: ora i cattivi sono Santoro e Ingroia" in cui si fa riferimento al "mattinale" di Bersani, quella nota che dai dirigenti del partito ogni mattina allo staff del partito, all'ufficio stampa, a qualche deputato e ai giornalisti amici. Ecco, il Fatto, sottolinea che nella nota di martedì c'è un messaggio chiarissimo: "Il Pd non chiede desistenze, ma riflessioni di responsabilità: Ingroia e Di Pietro rischiano di imitare Santoro e di fare un regalo alla destra". Ecco che si arriva a Santoro e Ingroia. Che adesso si sentono messi sotto accusa dai bersaniani.  Canzone d'amore non di battaglia Ma come sottolinea il Fatto, che si schiera ovviamente in difesa degli amici Santoro e Ingroia "Bersani la sua campagna elettorale l'ha impostata dall'inizio: toni bassi, poche apparizioni tv. veleno limitato e niente colpi ad effetto. E, in questo momento appare schiacciato tra il Berlusconi rischiatutto, nel ruolo di simpatico combattente e il gelido Monti nel ruolo di cattivissimo superbo. Ma continua a stare fermo. Ieri ha scelto la colonna sonora "Inno" di Gianna Nannini, canzone d'amore (e di nostalgia). Non certo di battaglia". 

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