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Cassazione, un testimone contro Esposito. "Diceva: Berlusconi mi sta sulle palle, gli faccio il mazzo"

Il giudice Antonio Esposito

Stefano Zurlo riporta il ricordo di un imprenditore calabrese amico della toga che ha condannato il Cav: "Nell'agosto 2011 era a cena da me con Franco Nero"

Giulio Bucchi
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"Berlusconi mi sta sulle palle. Se lo incrocio gli faccio un mazzo così". Il Giornale torna alla carica con Antonio Esposito, il giudice della Cassazione presidente della corte che ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni per frode fiscale al processo Mediaset. Questa volta il virgolettato è di Massimo Castiello, 68enne imprenditore calabrese che affida a Stefano Zurlo un aneddoto piuttosto piccante su Esposito. Nell'agosto 2011, molto prima che gli venisse assegnato il verdetto sul Cavaliere, la toga, "amica da anni" di Castiello, è invitato nella villa di quest'ultimo a San Nicola Arcella, sul Tirreno. L'occasione è ghiotta: far conoscere a Esposito il suo idolo giovanile, l'attore Franco Nero. Frizzi, lazzi, ottimo vino e ottimo cibo (pasta, patate e provola, "piatto delizioso", ricorda Castiello). Clima conviviale in cui si parla dell'ultimo film di Nero, L'escluso, "storia di un avvocato italoamericano che fa di tutto per far assolvere il proprio cliente". Da qui, sostiene Castiello, si è finiti a parlare di Berlusconi. E, sostiene, ecco Esposito esporsi un po' troppo: "Berlusconi si salva sempre, grazie ai suoi avvocati... la prescrizione... ma se mi dovesse capitare a tiro gli faccio un mazzo così". Se fosse veritiero il ricordo di Castiello, e se tutto questo fosse venuto alla luce qualche settimana fa, i legali del Cavaliere avrebbero avuto in mano gli estremi per chiedere la ricusazione di Esposito. Si tratta dell'ultimo tassello di una serie di articoli durissimi riservati dal Giornale a Esposito. Il primo, pubblicato il 3 agosto scorso e firmato dall'ex vicedirettore Stefano Lorenzetto, rivelava come già nel 2009, in una cena a Verona, il giudice si fosse lasciato andare a frasi in libertà su intercettazioni a luci rosse in cui Berlusconi avrebbe dato voti alle prestazioni sessuali di due deputate del Pdl. La "campagna" di via Negri ha attirato le critiche della stessa toga nonchè del Fatto quotidiano, partito all'attacco di Sallusti & Co. con un pepatissimo editoriale di Marco Travaglio, a sua volta smentito dalle firme del Giornale.

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