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Giulia Bongiorno: "Sesso per fare carriera è prostituzione, non stupro"

Zaccardi Michele
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C'è un confine sottile tra violenza sessuale e prostituzione, e il discrimine è la libertà di scelta. Giulia Bongiorno, l'avvocatessa-star impegnata in processi di primo piano così come in politica, ne è convinta. Anzi, spiega che è quel diritto che lei conosce come le sue tasche a prevederlo. Intervistata da Il Giornale, la Bongiorno, che da anni è impegnata con Michelle Hunziker in "Doppia difesa", onlus che tutela le donne vittime di violenza, espone il suo pensiero sul caso Asia Argento e sulla tardiva denuncia degli abusi subiti da Harvey Weinstein.  "Ciò che è mancato loro (a quelle che ritiene reali vittime di violenza sessuale, ndr) è la possibilità di scegliere. Se non c'è libertà reale di autodeterminazione allora c'è violenza". Al tempo stesso se "una donna, mossa da ambizioni di carriera, sceglie di accettare quello che chiede l'uomo anche se non ne ha particolarmente voglia, siamo di fronte alla ricerca di scorciatoie, non a una violenza carnale". Per l'avvocato non basta "un divario di ruolo sociale o di funzioni a rendere illegale qualunque rapporto sociale". Insomma non vale l'equazione uomo potente-donna vittima. "Se è lei a voler sfruttare la posizione dell'uomo siamo di fronte quasi a una forma di prostituzione". Comunque sia, su Asia Agento la Bongiorno sceglie di andarci cauta: "Se lei avesse avuto libertà di scelta non sarebbe mai andata a letto con Weinstein". A prova di questo cita il fax del 1997, reso noto sempre da Il Giornale, in cui "la ragazza manifestava tutto il suo disgusto per le pretese dell'uomo". 

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