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Carlo De Benedetti e i morti di amianto, la mazzata in tribunale: "Alla Olivetti sapevano tutto"

Giulio Bucchi
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L'Ingegnere Carlo De Benedetti e i vertici dell'Olivetti (tra cui l'ex ministro Corrado Passera) sapevano dei morti per amianto. E proprio per questo saltò nel 1984 l'acquisto della Eternit di Casale Monferrato. È l'ultima devastante accusa che la procura generale di Torino ha rivolto contro De Benedetti per chiedere la conferma in Appello della sentenza che in primo grado ha portato alla condanna a 5 anni e 2 mesi di carcere. Leggi anche: "Anziano e ricco sfondato, vedrete che...", il siluro di Feltri su De Benedetti Nel frattempo, però, come spiega Il Giornale, due episodi di "morte sospetta" sono caduti in prescrizione e per un capo d'imputazione, che riguarda solo Franco De Benedetti, fratello di Carlo, si chiede l'assoluzione nel merito. Nella sua ultima arringa il sostituto procuratore generale Laura Longo ha mostrato in aula un documento inedito: "Una cartellina rossa intitolata Eternit-dottor Schmidheiny contenente un dossier sulla pericolosità dell'amianto". "I vertici della Olivetti - aggiunge la Longo - interpellarono anche Terracini e Magnani, all'epoca due dei massimi esperti della materia. Il primo si disse dell'opinione che il cemento-amianto favorisse il mesotelioma; il secondo ricordò che negli Usa era stato rimosso il tetto di una scuola per la presenza di fibre del minerale". Nel 1984, insomma, tutti sapevano dei rischi per la salute. Ma a Ivrea non cambiò nulla.

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