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Vanzina: "Soldi solo alle opere prime"

Il regista dà i voti a Renzi, a Toti e su Brunetta...

Lucia Esposito
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Ieri, intervenendo alla Zanzara di Radio 24, il regista Enrico Vanzina ha commentato la polemica sull'ultimo film di Paolo Virzì, che ha ottenuto 700 mila euro di finanziamento statale. «I finanziamenti pubblici vanno dati solo alle opere prime», ha spiegato. «Il cinema si deve misurare col mercato. È ridicolo vedere quella lista in cui ci sono i massimi autori della lobby di un certo tipo che prendono tutti quei soldi. Quella è una lobby che funziona sia col centrosinistra che col centrodestra, una cosa inconcepibile».  Le pagelle - Il regista poi dà le pagelle ai politici. "Renzi? Non mi piace perché la butta sempre in caciara. Però ha delle meravigliose doti da attore, fa delle battute di effetto, forse gliele scrive Brizzi. Credo che sia affascinato da Berlusconi, e viceversa". "Toti? E chi è? Non lo conosco - dice Vanzina del possibile nuovo coordinatore di Forza Italia - io conosco solo Totti. E i Toti, gli imprenditori romani, costruttori". Vanzina esce in questi giorni con un nuovo film ‘Sapore di te', diretto insieme al fratello Carlo. "A quelli che ci considerano ancora come cinema di serie di serie B - dice - dico che ormai con mio fratello siamo diventati dei culti. Vivere essendo culto è una tragedia. Fanno tesi di laurea, mi invitano a convegni dove vorrei parlare di cinema, invece si parla sempre di stronzate e mai di cinema". Quando Brunetta sostiene che Zalone ha fatto un film berlusconiano secondo Vanzina "ha detto una stronzata". La Brianza - Quanto alle parole di Virzì sul Nord, Vanzina ha sostenuto che «sbagliano quelli che se la prendono per la storia della Brianza. È inconcepibile che un artista, prenda come sfondo una regione, un popolo, una città, e quelli si arrabbiano. Tanti anni fa, in uno dei più bei film della commedia all'italiana, Signore e signori, Pietro Germi distruggeva Treviso». Poi ha aggiunto:  «Paolo Virzì sbaglia a parlare di berlusconismo. Questo è conformismo, non ha più senso dire queste cose».

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