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Fini e l'autogol Montecarlo: chi sono i suoi amici ai servizi?

Giulio Bucchi
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di Tommaso Montesano Stavolta non c'è solo la nuova richiesta di dimissioni, pure rilanciata in grande stile da Angelino Alfano, segretario del Pdl, secondo cui «Fini è incompatibile con la carica di presidente della Camera e non la onora». Venerdì sera con quel riferimento, a proposito del documento del governo di Santa Lucia sulla proprietà della casa di Montecarlo, agli amici «a livello di intelligence» che l'avevano avvertito prima, il numero uno di Montecitorio si è guadagnato anche l'attenzione del Copasir, il comitato parlamentare sui Servizi segreti presieduto da Massimo D'Alema. «Ci avevano avvisati che quel documento era falso», ha rivelato Gianfranco Fini davanti alle telecamere di Otto e mezzo . Una frase che non è sfuggita a Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato e componente del Copasir. «Nessuno sindaca sulle amicizie di Fini», premette il vicepresidente dei senatori berlusconiani, «ma, come presidente della Camera, Fini dovrebbe sapere che i rapporti istituzionali tra Parlamento e Servizi di sicurezza sono gestiti dal Copasir». E il Comitato di controllo sugli 007 della questione non ne sapeva nulla. «Se il presidente della Camera ha avuto informazioni riservate su una vicenda in merito alla quale ha formulato una quantomeno improvvida accusa di corruzione nei confronti di Silvio Berlusconi», sostiene Quagliariello, «avrebbe dovuto avere la sensibilità istituzionale di rivolgersi al Copasir invece di andare in tv e parlare dei suoi rapporti con agenti segreti». Chi altri avrebbe avuto il dovere di farlo, questo il succo del messaggio, se non lui che è la terza carica dello Stato custode delle prerogative del Parlamento? Da qui l'annuncio: «A questo punto non credo che il Copasir possa fare a meno di valutare la vicenda».  Leggi l'articolo integrale di Tommaso Montesano su Libero in edicola oggi, domenica 30 settembre    

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