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Renzi stizzito con l'Unione Europea: "L'Italia sa bene cosa fare"

Giulio Bucchi
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Niente manovra correttiva dei conti pubblici e una difesa netta delle prossime scelte di politica economica del governo. All'indomani della brusca presa di posizione dell'Europa, che mercoledì per voce del commissario agli Affari economici Ue, Olli Rehn, aveva parlato di "squilibri macroeconomici eccessivi" del nostro paese, Matteo Renzi chiarisce la posizione del governo. In occasione della prima uscita ufficiale a Bruxelles, il premier premette che l'Italia "non ha rassicurazioni da dare" all'Unione Europea. "Si è parlato di Ucraina, non della situazione degli stati membri - aggiunge - ma davanti a questo refrain, secondo cui l'Italia deve dare rassicurazioni all'Europa, diciamo che l'Italia sa perfettamente cosa deve fare, sappiamo perfettamente cosa fare per il futuro dei nostri figli". La difesa di Padoan -In mattinata era stato lo stesso ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, a difendere la linea dell'esecutivo e a replicare alla presa di posizione dell'Unione: "Il monito di Bruxelles all'Italia "è severo", ammette Padoan. Ma la Ue "è d'accordo con quello che pensiamo noi". Bruxelles insomma, sostiene il ministro dell'Economia, "mette in evidenza problemi strutturali che conosciamo da tempo, praticamente ci incita a far ripartire la crescita e quindi l'occupazione e in questo modo correggere gli squilibro". A sostegno della posizione ufficiale del governo, nel pomeriggio fonti dell'Economia hanno chiarito che l'esecutivo "non ha in agenda alcuna manovra correttiva ma punta piuttosto a un pacchetto sostanzioso di misure volte a favorire la crescita, con particolare attenzione ai posti di lavoro". Per per ridurre il rapporto debito/Pil, sottolinea via XX settembre, "si intende agire sul denominatore e un contributo importante giungerà anche dal programma di privatizzazioni già avviato. L'ira di Saccomanni - A difesa dell'operato del governo Letta e della manovra di finanza pubblica per il 2014 messa a punto dall'esecutivo precedente, scende in campo anche l'ex ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. L'ex titolare del Tesoro, a metà pomeriggio, invia alle agenzie una nota molto secca, in cui definisce i commenti sulla posizione della Ue, "incomprensibili e immotivati" e respinge al mittente i rilievi di Bruxelles. la decisione della Commissione di classificare come "eccessivi" gli squilibri macroeconomici italiani, dice, è e definisce "sorprendente". "Anche perché - continua Saccomanni - all'elevato debito indicato nella in-depth review hanno contribuito i versamenti ai fondi europei salva-stati e l'operazione straordinaria di pagamento dei debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni, concordata con la Commissione". Insomma, conclude Saccomanni, "il governo Letta ha lavorato perché la dinamica del rapporto debito/PIL declinasse sia attraverso il contenimento del deficit, sia - e soprattutto - attraverso la crescita economica. L'obiettivo di crescita intorno all'1% dunque è ambizioso ma realistico, e l'attuale Governo non può che porsi obiettivi ancora più ambiziosi".

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