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Matteo Renzi rinuncia alla partita del cuore e attacca Grillo: "Polemica ridicola"

Andrea Tempestini
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Dopo la levata di scudi, la rinuncia: Matteo Renzi non giocherà la partita del cuore. Il passo indietro arriva dopo le polemiche sulla violazione della par condicio: il match si sarebbe disputato a sei giorni dalle elezioni Europee, in diretta sulla Rai, inginocchiata al presidente-giocatore di calcio. Il premier spiega la rinuncia su Facebook, e punta il dito contro il M5s (il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, aveva bollato la sua presenza come "inammissibile" e aveva minacciato di bloccare la diretta). Renzi scrive: "Qualche giorno fa mi chiama Gino Strada e mi chiede di rilanciare l'attenzione dei media, di aiutare anche nel mio nuovo ruolo, per fare della partita un'occasione di sostegno per i progetti di Emergency. Lo faccio volentieri. E qui casca l'asino, anzi il Grillo. Cinque stelle mi accusa di strumentalizzare il calcio in campagna elettorale, di volere la diretta tv per conquistare voti". Il premier poi fa ironia: "I miei amici si domandano con la consueta gentilezza se mi hanno mai visto giocare per pensare che un mio assist sposti voti. Ma il punto non è questo. Il punto e che grazie alla rabbia e alla paura dei grillini per la prima volta si sporca un evento come la partita del cuore che da anni unisce gli italiani. Strumentalizzare gli 80 euro, i segreti di stato, gli investimenti sulle scuole è ancora polemica politica. Strumentalizzare la beneficenza no". Nella polemica si è anche inserito Gino Strada, che risponde agli attacchi piovuti su twitter da Beppe Grillo ("La Rai violerà la par condicio per favorire Renzie? Li abbiamo beccati! Siamo in un regime!", scriveva il comico". "A me interessa che l'evento si svolga e che si raccolgano fondi per curare le persone. Tutto il resto sinceramente mi interessa poco. Mi spiace", ha detto il fondatore di Emergency.

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