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Beppe Grillo in Piazza Duomo: "La nostra è la rivoluzione della felicità"

Giovanni Ruggiero
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"Mi devo calmare perché se mi prende un infarto voi siete finiti". Beppe Grillo ha riempito piazza Duomo a Milano, nonostante la pioggia intermittente che dal pomeriggio cade sulla città. Sul palco con lui anche Dario Fo. E i toni sono nettamente più pacati rispetto agli ultimi giorni. Tre soli "vaffa" durante la performance di Grillo, durata circa 45' minuti, e ampia premessa sui buoni sentimenti: "Siamo una comunità, non più un movimento - ha detto Grillo - la nostra è la rivoluzione della felicità". Berlinguer - L'immagine di Di Battista che prende in braccio Grillo, come Benigni aveva fatto con Berlinguer e il paragone che lo stesso comico ha fatto con il defunto politico comunista hanno scatenato l'ira di Renzi durante il comizio di Roma. Il leader del M5S insiste e mette il cappello sulla questione: "Ho ricevuto la lettera dell'ex responsabile giustizia nel Pci di Berlinguer - ha rimarcato - e mi ha detto che siamo noi la prosecuzione dell'idea di quella politica. Mi ha scritto uno dei fratelli Cervi. Sono a disagio io che sono un famoso nazista". A Porta a Porta - A proposito della partecipazione al programma di Bruno Vespa, Grillo ha detto: "Mi sono dovuto sottoporre anche a questa umiliazione. Sono entrato in Rai e non ho avuto il coraggio di alzarmi e gridare: volevamo acchiappare qualche anziano, è stata una mossa politica lo ammetto". Renzi - "Nonostante la pioggia la nostra piazza è piena - dice soddisfatto Grillo - non lo era quella di Roma dell'amico che non voglio nominare (Renzi, ndr). Non mi fa neanche più pena il finto giovane, perché è un cinico ed è completamente finto". Processo online - "Faremo un'indagine fiscale su tutti loro. Lo hanno chiamato processo, ma noi vogliamo fare una verifica online con la quale il popolo italiano giudicherà la classe dirigente che devastato il nostro paese. Tutto online, senza violenza". Dell'Utri - "Dov'è Dell'Utri? - grida Grillo - Se fosse stato un uomo sarebbe venuto qui in Italia e si sarebbe fatto processare. E invece è in Libano su una barellina". Solo un cenno a Berlusconi: "Lo capisco - dice - vuole salvare le sue aziende, ma ormai sono decotte". Cinici - "I ministri che abbiamo avuto negli anni - ha detto Grillo - sono tutti esponenti delle grandi banche, sono malati di alessitimia, non riconoscono le emozioni altrue perché non conoscono le proprie. E poi spariscono tutti, come Monti che doveva salvare l'Europa, Letta che va in giro con il coltello piantato nella schiene dal suo amico Renzi e sparirà anche l'ebetino (Renzi, ndr)" Il Papa grillino - "Le nostre parole - ha scherzato Grillo - ce l'ha copiate Bergoglio: 'Nessuno deve rimanere indietro', il Papa dovrebbe essere qui sul palco con me e Dario Fo". Come Roosvelt - Grillo si lancia nel classico elogio al populismo: "Dire di no è la più grande affermazione politica di tutti i tempi. Roosvelt - ha ricordato - era attaccato personalmente perché paraplegico e si presentava con un economista gay, Keynes. Noi siamo come Roosvelt, come lui andremo al governo con più del 50%".

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