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Compravendita senatori, Romano Prodi: "Non sapevo nulla"

Ignazio Stagno
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"Non sapevo nulla". Depone in aula Romano Prodi, testimone nel processo a Napoli su una presunta compravendita di senatori in cui sono imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola. "Sa se qualcuno del suo schieramento era pronto a passare nel centrodestra?", ha chiesto il pm Vincenzo Piscitelli. "No, era un continuo chiacchiericcio", ha risposto l'ex premier. "C'erano manovre nascoste che potessero determinare il passaggio dal centrosinistra al centrodestra durante il suo Governo tra il 2006 e il 2007?", insiste il pm Piscitelli con Prodi. "Erano chiacchiere quotidiane e mai fui informato di cose specifiche altrimenti sarei ancora presidente del Consiglio", la risposta. La risposta - L'ex premier ha deposto come teste per oltre un'ora alle domande di pm e avvocati davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Napoli. Bombardato dalle domande del pm, Prodi ha raccontato la sua versione dei fatti: "Non ho mai avuto riferimenti specifici che un solo mio parlamentare si indirizzasse verso un altro partito - spiega Prodi - l'ho saputo solo quando ho ricevuto la lettera del senatore Sergio De Gregorio che mi chiedeva perdono per il disvalore delle sue condotte. Era il luglio del 2013". La testimonianza - Prodi poi ha parlato di alcune tensioni sulla nomina di Sergio De Gregorio a presidente della Commissione Difesa. "Ci furono fortissimi scontri quando ci fu la nomina di De Gregorio a presidente della Commissione Difesa - ricorda - fu molto contestata e contrastata perche' fu eletto con voti dell'opposizione e fu una elezione inaspettata. Ogni giorno c'erano incontri per contare i senatori sulla tenuta della maggioranza. Se avessi saputo che il senatore De Gregorio intendeva passare al centrodestra avrei avuto più attenzione. Io al Governo ci stavo bene".    

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