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Senato, il governo appeso a undici voti

Lucia Esposito
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Il governo ha rischiato grosso sulla manovra economica. I numeri sono molto striminziti. La maggioranza potenzialmente ha 171 voti, ma si è aperto un buco di ben undici voti e solo il soccorso dell'ex grillino Louis Orellana ha salvato la barca dal naufragio della manovra di bilancio. Gli assensi della maggioranza al momento del voto, oltre a Mario Mauro e al presidente Pietro Grasso che non partecipa, sono il presidente Pier Ferdinando Casini (Udc) che era in missione in Ginevra, i dem Renato Turano che era negli Usa e Ignazio Arrigoni, il giuslavorista Pietro Ichino di Sc che è era bloccato da problemi di familgia, Pietro Langella, passato da Gal all'Ncd, Lorenzo Battista (Autonomia) e almeno due senatori a vita: Mario Monti che tempo evita i voti di fiducia, ed Elena Cattaneo (che però non votò la riforma costituzionali). Fuori anche due nomine del capo dello Stato, Renzo Piano e Carlo Rubbia. Presenti invece i dissidenti del Pd Walter Toccci, Corradino Mineo, Felice Casson e Massimo Mucchetti puntellando il governo.  Bisogna poi considerare il serbatoio di pontenziali soccorritori ex grillini. Anche se poi dopo il passo in avanti di Orellana, gli altri fuoriusciti del movimento di Grillo hanno preso le distanze: "Il voto del senatore Orellana è stata una scelta personale che non corrisponde alla preospettiva della nostra componente". 

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