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Augusto Minzolini: "Caro Silvio Berlusconi, al Colle devi votare Prodi"

Matteo Legnani
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Mancano meno di venti giorni alle (molto) probabili dimissioni di Giorgio Napolitano. Il 13 gennaio 2015 scade il semestre di presidenza italiana dell'Ue, e subito dopo  il presidente dovrebbe dimettersi, ponendo così anticipatamente fine al suo secondo mandato al Quirinale. Il toto-Colle impazza ormai da settimane. E tra i nomi che continuano a ballare, nonstante le smentite dell'interessato, c'è quello di Romano Prodi. Anche perchè se fino a poco tempo fa il suo era uno dei nomi assolutamente impronunciabili in Forza Italia e dintorni, è stato lo stesso Silvio Berlusconi a non escludere il Professore tra le figure su cui potrebbe trattare col Pd per il dopo-Napolitano. Posizione, la sua, non isolata all'interno del partito azzurro. E che sta guadagnando proseliti anche tra le file dei falchi, coloro che storicamente hanno sempre considerato Prodi come "il male assoluto". Appena qualche giorno fa, ad Agorà, è stata nientemeno che la pasionaria azzurra Daniela Santanchè ad aprire a una salita del Mortadella al Colle: "Due anni fa ho votato Napolitano per spirito di servizio nei confronti del movimento politico. Votato Napolitano, posso votare chicchessia, se questa fosse la decisione di una squadra alla quale appartengo". Ma dentro Forza Italia si sta facendo largo anche la cosiddetta "teoria Minzolini", che postula l'accordo sul nome di Prodi come l'unico in grado di sigillare la tanto agognata pacificazione nazionale. "Solo Prodi riuscirebbe a tenere testa a Renzi" va ripetendo il senatore azzurro  ed ex direttore del Tg1.

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