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Immigrati, vertice Ue: triplicati i fondi per Triton

Lucia Esposito
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I leader europei hanno concordato di triplicare i fondi per Triton nel 2015 e nel 2016. Lo riferisce una fonte della Commissione Ue al termine del vertice straordinario Ue sull'immigrazione a Bruxelles. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha precisato in conferenza stampa al termine del vertice Ue che la triplicazione dei fondi per Triton porta il bilancio dell'operazione europea a "120 milioni di euro, come era il bilancio di Mare Nostrum," ha detto Juncker. La dotazione sarà triplicata: chi mettendo mezzi, chi soldi e chi entrambi. Ma la buona notizia per l'Italia è solo questa economica perché per il resto il nostro premier ha portato a casa ben poco. Per quanto riguarda il burden sharing (ossia la condivisione del peso) consistente nella presa in carico da parte degli altri Stati comunitari delle eccedenze dei rifugiati che i Paesi di arrivo non riescono ad ospitare. Nessuno vuole condividere con l'Italia il dramma dell'immigrazione portandosi a casa decine di migliaia di profughi non ha voglia nessuno. Picche europeo anche sulle azioni militari preventive.  Il piano - Ma vediamo nel dettaglio in cosa coniste il piano. Rafforzare "rapidamente" le operazioni europee Triton e Poseidon nel Mediterraneo, "almeno  triplicando le risorse finanziarie» per il 2015 e il 2016 e aumentare il numero di mezzi, «incrementando di conseguenza le capacità di ricerca e salvataggio all'interno del mandato di Frontex". Distruggere le reti dei trafficanti di esseri umani e intraprendere sforzi sistematici per identificare e distruggere i barconi, affidando all'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, il compito di preparare una possibile missione della Politica di sicurezza e di difesa comune. Questi due dei punti delle conclusioni del vertice Ue straordinario dei capi di Stato e di governo sull'immigrazione, conclusosi ieri sera a Bruxelles. I leader Ue hanno inoltre deciso di aumentare, fra gli altri, il sostegno a Tunisia, Egitto, Sudan, Mali e Niger per monitorare e  controllare i confini terrestri e le rotte usate dai trafficanti di esseri umani e di «intensificare la cooperazione con la Turchia»,  viste le situazioni in Siria e Iraq. Infine i 28 hanno concordato di rafforzare la solidarietà fra Stati  membri sul fronte dei richiedenti asilo, aumentando gli aiuti di emergenza per i Paesi in prima linea e considerando le opzioni per organizzare le ricollocazioni su base volontaria.

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