Roma, 28 lug. (Adnkronos) - "Non farò l'esule, come fu costretto a fare Bettino Craxi. Né accetterò di essere affidato ai servizi sociali come un criminale che deve essere rieducato. Ho quasi settantotto anni e avrei diritto ai domicilairi, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere". Così Silvio Berlusconi in un colloquio con 'Libero', parla dell'attesa sentenza sui diritti Tv del prossimo 30 luglio e delle sue conseguenze. Intervista però smentita in tarda mattinata con una nota di palazzo Grazioli. "Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l'assoluta infondatezza delle accuse rivolte al presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati". Nell'articolo di 'Libero', il Cavaliere si dice "abbastanza ottimista: non possono condannarmi. Se non c'è pregiudizio, se non ci sono pressioni, la Cassazione non può che riconoscere la mia innocenza". E nel merito delle accuse dice: "Facevo il presidente del Consiglio, cosa ne potevo sapere io dei contratti per i diritti tv"; "vi pare che avrei rischiato tutto questo per tre milioni dopo averne corrisposto più di 500 in un solo esercizio?". Sulle eventuali conseguenze, Berlusconi e' netto: "Io non faro' cadere Letta, ma sara' il suo partito a farlo. Se io venissi condannato, il Pd non accetterebbe mai di continuare a governare insieme con un partito il cui leader e' agli arresti e interdetto dai pubblici uffici".