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Liberi e Uguali, la clamorosa voce di scissione. Il retroscena su Bersani e Pd

Giulio Bucchi
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Liberi, uguali e quasi ridicoli. Nemmeno il tempo di presentarsi alle urne e già dentro il partito anti-Renzi nato a sinistra si parla di "scissione". Una nobilissima tradizione, da quelle parti, che gli uomini dietro il friabilissimo candidato premier Pietro Grasso non vogliono proprio mandare in soffitta. La regia dell'implosione sarebbe quella di Pierluigi Bersani, capofila degli ex Pd: "Sai - avrebbe confidato l'ex segretario dem a diversi suoi ex compagni di partito, secondo quanto riporta Repubblica -, la convivenza con quelli di Sinistra Italiana difficilmente potrà durare". Leggi anche: La grossa menzogna, il documento che sputtana Grasso La linea è chiara: "Dopo il 4 marzo cambia tutto. E noi dovremo riprendere un ragionamento insieme", è lo scenario prospettato da Renzi a quelli del Pd. Il "noi", ovviamente, parte da un presupposto: Matteo Renzi demolito dalle urne ed estromesso dal Pd, che virerebbe di nuovo pesantemente verso sinistra. Michele Emiliano e Andrea Orlando, leader  della ormai debolissima minoranza interna del Nazareno, sono pronti. Questa ipotesi di fatto cancella dalla scena politica lo stesso Grasso.

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