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Sergio Mattarella appeso a Matteo Salvini: lui premier, Luigi Di Maio umiliato

Giulio Bucchi
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Le sceneggiate napoletane di questi ultimi giorni costano carissimo a Luigi Di Maio. Il balletto folle sull'impeachment, annunciato e subito ritirato, le cannonate e le carezze al Quirinale, stanno convincendo tutti del fatto che il leader del M5s si stia bruciando con le proprie mani. E così, nelle ore folli della crisi, con Sergio Mattarella disperato alla ricerca di una soluzione per un problema drammatico che lui stesso ha innescato, quello di Di Maio è l'unico nome che non torna in ballo per Palazzo Chigi. Di più: i 5 Stelle, nonostante siano il partito più rappresentato in Parlamento, non sembrano più centrali. Leggi anche: Di Maio oltre il ridicolo, ritira l'impeachment Tutto ruota intorno a Matteo Salvini. È lui che può decidere se ci sarà il sì a una fiducia puramente tecnica al governo di Carlo Cottarelli, per dare un governo in grado di reggere il peso della speculazione finanziaria che potrebbe massacrare il Paese in estate. O, viceversa, tornare in lizza come premier di un governo tutto politico, di centrodestra o nuovamente con i 5 Stelle come partner maggioritario, ma non unico visto che Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia hanno già dato la loro disponibilità a entrare nella maggioranza per "spirito di responsabilità". In ogni caso, in questo momento di tensione con pochi precedenti, Salvini certifica il suo trionfo politico costruito con calma e freddezza dal 4 marzo a oggi. L'esatto opposto di Di Maio, capetto fallito.

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