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Vittorio Feltri: "I rom una categoria protetta che mangia a sbafo. Giù le mani da Matteo Salvini"

Davide Locano
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Caro professore, certe questioni mi sembrano di lana caprina. I censimenti sono all'ordine del giorno e hanno tutti i crismi della legalità, difatti ne sono stati eseguiti tanti in Italia senza sollevare mai polemiche. Chissà perché se a richiederne uno è Salvini salta per aria una polveriera. Pare che il ministro dell'Interno abbia proposto non la conta dei rom (categoria protetta, tanto è vero che è stata bandita anche la parola zingari: ridicolo) bensì la riapertura, pur riveduta e corretta, dei famigerati lager hitleriani. Anche tu esageri. Nel nostro vituperato Paese siamo in gruppo sottoposti a rigidi controlli di vario tipo: a cominciare dall'anagrafe, per finire coi conti bancari, le schede fiscali, le carte di credito eccetera, i nostri dati personali sono di pubblico dominio e nessuno se ne lagna. Alcuni anni orsono siamo stati costretti a compilare moduli per rivelare chi siamo, dove viviamo e con chi. Questa pratica era denominata appunto censimento nazionale. Non c'è stata anima che abbia reagito. Ora il capo leghista esprime il desiderio di sapere quanti zingari (pardon, nomadi) sbarcano il lunario a sbafo dalle nostre parti, alloggiando in roulotte abusivamente posteggiate in campi di dubbia proprietà, e subito i progressisti si sono lanciati in una campagna denigratoria contro il responsabile del Viminale, quasi che avesse annunciato un programma di sterminio etnico. Paradossale. Compilare un elenco di gente che campa di espedienti, priva di occupazione, che non manda a scuola i figli e li impiega nell'accattonaggio o, peggio, nella microcriminalità non è un atto improntato a razzismo: si tratta di tutela della società civile. Leggi anche: Feltri, il consiglio a Salvini: "Ti resta solo una cosa da fare" È evidente che se non hai la mappa di coloro che sono ai margini del consorzio umano, non puoi controllarli e indurli a comportarsi in modo corretto, compatibile con i costumi nazionali. Matteo pretende disciplina e rispetto delle regole e, invece di essere incoraggiato nei suoi propositi, viene sbeffeggiato come se avesse rianimato lo spirito nazista. È una operazione politica vergognosa oltre che insensata. Salvini forse ha ecceduto nei toni quando ha affermato che ci tocca tenere i rom italiani. Battuta infelice, poiché i compatrioti, belli o brutti che siano, sono connazionali col diritto di essere considerati tali a ogni effetto. Ma da qui ad accusarlo di xenofobia ce ne corre. È da scemi sollevare polveroni su faccende che incontrano il favore popolare. Interpretare il sentire comune significa attuare il principio democratico ovvero applicare la volontà degli elettori. Cosa che la sinistra non sa più fare, tant'è che perde voti e fiducia. E muore, per fortuna. di Vittorio Feltri

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