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Tito Boeri, il sospetto del senatore di FdI Zaffini: "Avrà una doppia pensione d'oro con i soldi degli italiani"

Gino Coala
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Sul taglio delle pensioni d'oro proposto dal governo Lega-M5s, il presidente dell'Inps Tito Boeri è stato a dir poco freddo. Una posizione che diventa quasi sospetta dopo i dubbi sollevati sulla sua "doppia pensione d'oro" che il manager prenderà quando avrà finito di lavorare. Leggi anche: Fornero, la riforma delle pensioni colpisce ancora: professori e bidelli, quanti rischiano l'assegno A sollevare la questione è stato il senatore di Fratelli d'Italia Franco Zaffini, che in un'interrogazione parlamentare ha chiesto di "verificare se l'Università Bocconi di Milano, nella quale insegnava il presidente dell'Inps Tito Boeri, ottenga contributi pubblici". Il motivo dietro la domanda lo spiega lo stesso senatore: "Boeri, pur avendo congelato il rapporto con l'ateneo, essendo in aspettativa, continua a percepire contributi reali proprio come se insegnasse ancora. È la doppia morale del prof. Boeri - aggiunge Zaffini - Non si possono abolire le pensioni d'oro? D'Altronde cosa possiamo aspettarci da un manager che eroga pensioni minime da fame e afferma la necessità di aumentare i flussi di immigrazione per salvare le pensioni". Il senatore umbro ha chiesto quindi al ministro del Lavoro Luigi Di Maio di fare chiarezza: "Deve prendere provvedimenti immediati dinanzi a questo genere di comportamenti, nonostante le policy aziendali dell'ateneo che considerano talmente prestigioso l'incarico di Boeri da continuare a versargli i contributi perfino a fronte dello stop delle lezioni". Il dubbio finale è se quindi "i contributi reali e non figurativi versati dalla Bocconi a Boeri siano da ricollegare in qualche modo alle rette pagate dagli studenti, ma anche se è possibile, per un ente che gode di contributi pubblici, non applicare quanto previsto dalle leggi in vigore in tema di aspettativa dei professori ordinari".

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