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Enrico Letta si è dimesso: "Decisione irrevocabile"

Andrea Tempestini
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Ha tagliato i tempi, Enrico Letta, frettoloso nelle dimissioni, prima annunciate per le 16 e poi anticipate alle 13. L'annuncio del premier uscente arriva su Twitter: "Al Quirinale a rassegnare le dimissioni al Capo dello Stato. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato. Ogni giorno come se fosse l'ultimo". E questo è l'ultimo davvero. Letta prima ha salutato la sua squadra nell'ultimo consiglio dei Ministri, convocato in tarda mattinata, il numero 49 della sua fugace e inoperosa parentesi a Palazzo Chigi (300 giorni mal contati). Ora la strada è spianata per Matteo Renzi, che per prendersi la premiership rinuncia almeno a una poltrona, quella di sindaco di Firenze, la città che ha salutato in mattinata. Jo Condor, anche se Letta disse che "non sono mica Jo Condor", spicca il volo e se ne va da Palazzo Chigi. Ultimo atto per Enrichetto: le dimissioni che ha consegnato nelle mani di Giorgio Napolitano. "Dimissioni irrevocabili". Ora, l'Italia, ha un baby-pensionato in più. Nessun passaggio parlamentare - Il Presidente della Repubblica "non può che prendere atto della posizione espressa dal presidente del Consiglio", ha scritto Giorgio Napolitano in una nota. "Il Parlamento -prosegue la nota del Quirinale- potrà comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorchè sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo governo. La stessa procedura si è del resto seguita allorchè le dimissioni dei rispettivi governi furono presentate al Capo dello Stato, senza alcuna previa comunicazione alle Camere, dal presidente Berlusconi e dal presidente Monti durante la scorsa legislatura". Non ci sarà un passaggio formale in Parlamento perché, secondo quanto scritto dalla Presidenza della Repubblica, le dimissioni di Letta, "conseguono necessariamente al deliberato assunto ieri, in forma pubblica e con l'espresso consenso dei   presidenti dei rispettivi gruppi parlamentari, dalla Direzione del   Partito democratico a favore di un mutamento della compagine governativa". "Essendogli così venuto meno il determinante sostegno della   principale componente della maggioranza di governo, il presidente del   Consiglio ritiene che a questo punto un formale passaggio parlamentare  non potrebbe offrire elementi tali da indurlo a soprassedere dalle   dimissioni, anche perchè egli non sarebbe comunque disponibile a   presiedere governi sostenuti da ipotetiche maggioranze diverse",   conclude la nota. Tempi brevi - Da parte sua il Presidente della Repubblica  assicura che "svolgerà nel più breve tempo possibile le consultazioni dei gruppi parlamentari al fine di avviare la complessa fase successiva che   dovrà condurre a una efficace soluzione della crisi, quanto mai opportuna nella delicata fase economica che il paese attraversa e per   affrontare al più presto l'esame della nuova legge elettorale e delle  riforme istituzionali ritenute più urgenti". Le consultazioni al Quirinale inizieranno oggi pomeriggio alle 17.00 con il presidente del Senato, Pietro Grasso e alle 17.45 con la presidente della Camera, Laura   Boldrini, e si concluderanno nella giornata di domani. 

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