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Gelicidio, il meteorologo Luca Lombroso: "Non può essere attribuito ai mutamenti climatici"

Sara Ghisoni
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"Il termine gelicidio risale al quattordicesimo secolo e se ne sono verificati di decisamente peggiori a Natale del 2000", così afferma Luca Lombroso, meteorologo dell'Osservatorio geofisico dell'Università di Modena e Reggio Emilia intervistato da La Stampa. E ancora, Lombroso spiega nel dettaglio in cosa consista il cosiddetto gelicidio, parola (ridicola) tornata propotentemente d'attualità nelle ultime ore: "Il ghiaccio si fonde in quota ma per motivi geofisici non può riformarsi in neve e, quand'è prossimo al terreno, gela. Di qui il gelicidio. In pianura la pioggia può arrivare sotto forma di ghiaccio oppure cade in forma liquida per ghiacciarsi al contatto col suolo, dove la temperatura è rigida". Il fenomeno, aggiunge l'esperto, non è affatto insolito: "Di normale, sotto il profilo meteo, non stiamo vivendo più niente, perché sta cambiando il clima nel suo insieme. Ma le cause del gelicidio non possono essere attribuite ai mutamenti climatici".

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