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Fini: alle Europee voto Tabacci

Lucia Esposito
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Gianfranco Fini non smette di stupire. Dovremmo essere abituati alle sue giravolte e ai suoi cambi di casacca, eppure l'ultima intervista che l'ex presidente della Camera ha rilasciato alla Stampa riesce a lasciare basiti i lettori. Fini prima si sofferma sulle due grandi inchieste, quella su Scajola e sull'Expo, che hanno creato un vero e proprio terremoto politico. Dice: “Nel centrodestra la legalità è assente. I miei allarmi non erano affatto suprerflui. Dire di più mi sembrerebbe davvero superfluo”. Tuttavia l'ex leader di Alleanza Nazionale precisa che non siamo davanti a una nuova Tangentoppoli perché i “protagonisti di oggi sono personaggi del sottobosco politico e non il sistema dei partiti che vent'anni fa era marcio e infatti è creollato”. Ora il sistema della corruzione non coinvolge i partiti, semplicemente perché, dice Fini, i partiti sono molto più deboli e la corruzione “li scavalca”. Il voto europeo - Fini poi parla della situazione politica. Dice che Berlusconi “che lamenta quattro colpi di stato ai suoi danni ha perso il senso della realtà e non va preso troppo sul serio”. Per le elezioni europee Gianfry prende le distanze da tutti i partiti che sono contrario all'euro. Quindi niente voto alla Lega e nemmeno a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Ecco che quindi Fini scopre le carte: nel campo moderato rimane o “l'alleanza timida e pallida fra Alfano e Cesa” o la lista liberaldemocratica di scelta Europea che sostiene Guy Verhofstadt, formata dal Centro Democratico di Bruno Tabacci, da Scelta Civica e dagli eredi di Oscar Giannino – Fare per Fermare il Declino. Insomma Giafry vota Tabacci.

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