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Case editrici 'verdi', ecco chi garantisce la tutela di ambiente e foreste

Si apre oggi il Salone internazionale del Libro di Torino e per l'occasione Greenpeace diffonde la nuova versione della classifica "Salvaforeste"

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Torino, 16 mag. - (Adnkronos) - Contribuire a salvare il Pianeta anche quando si acquista un libro. E' possibile, basta scegliere una lettura 'verde', preferendo volumi stampati su carta riciclata o almeno certificata. Una scelta sempre più facile in Italia dove le case editrici mostrano una crescente consapevolezza sul tema rendendo così possibile per i lettori compiere un piccolo gesto che ha il suo peso in termini di tutela delle foreste. La carta utilizzata per i libri del mercato italiano, infatti, potrebbe provenire da attività di deforestazione in Indonesia dove alcune multinazionali sono responsabili del taglio a raso delle foreste per l'espansione delle proprie piantagioni industriali di acacia per produrre polpa di cellulosa. Un buon momento per riflettere sul tema. Si apre infatti oggi il Salone internazionale del Libro di Torino e per l'occasione Greenpeace diffonde la nuova versione della classifica "Salvaforeste" che conta ben 17 editori "Amici delle Foreste", che utilizzano alte percentuali di fibre riciclate a fibre vergini certificate Fsc (Forest Stewardship Council), che garantisce la tutela delle foreste. Si va da Altraeconomia a Edizioni Ambiente, da Fandango a Gaffi. Attraverso una politica di acquisto virtuosa queste case editrici creano maggiore domanda sul mercato di carta riciclata, che è prodotta da raccolta differenziata, non abbatte gli alberi, consente di risparmiare sul consumo di energia, acqua e di ridurre le emissioni di Co2. C'è poi un nutrito gruppo di editori 'sulla buona strada', che stampano prevalentemente su carta certificata Fsc, ma che devono impegnarsi ad aumentare la percentuale di fibre riciclate. Sono ben 80 e ci sono Feltrinelli, Kowalski, Laterza, Marsilio, Sonzogno, Giunti, Il Castoro, Baldini Castoldi Dalai, De Agostini, Il Mulino, Garzanti, Longanesi, Einaudi, Piemme, Bompiani, Bur, Adelphi, Fabbri, Rizzoli, Zanichelli, solo per citarne alcune. Giunti ha dimostrato che è possibile puntare su questo tipo di carta per le produzioni di un grande gruppo editoriale. In solo un anno, ha avviato la stampa di ben 45 collane in carta riciclata e, per i prodotti che non ne permettono l'utilizzo, si è impegnata a usare solo carta certificata Fsc. Il Gruppo Mondadori ha preso l'impegno di aumentare l'utilizzo di carta Fsc nei propri volumi nell'arco di tre anni e ha adottato una politica di acquisto della carta che ne esclude la provenienza da fonti controverse, e anche il Gruppo Rcs si è attivato per controllare la propria filiera della carta. Continuando nella classifica degli editori sostenibili, tre sono quelli che si collocano nella fascia 'più impegno e meno rischi': sono quelli che hanno dimostrato trasparenza rispondendo al questionario di Greenpeace ma che stampano solo parzialmente su carta certificata Fsc e con percentuali minime o assenti di carta riciclata: Fazi, Donzelli e Hoepli. Non classificabili, invece, altre 26 case editrici che non hanno comunicato dati al riguardo nonostante le richieste: si va da Castelvecchi a Panini. Una tonnellata di carta riciclata consente di risparmiare, rispetto alla carta vergine, il taglio di 24 alberi, il consumo di 4.100 kWh di energia e di 26 metri cubi di acqua, e le emissioni di 27 chili di Co2. Per quanto riguarda la carta in fibra vergine, le operazioni forestali gestite dalla certificazione Forest Stewardship Council vengono stabilite con elevati standard ambientali e sociali che altri schemi non applicano. Grazie alla pubblicazione della classifica di Greenpeace, lanciata per prima volta a maggio 2010, il 60% della produzione editoriale italiana, concentrato in 7 grandi gruppi, ha attuato un controllo sulla propria filiera per evitare che la carta utilizzata provenga dalla deforestazione, e punta sempre di più sull'utilizzo di carta certificata Fsc. Molti editori italiani purtroppo rifiutano ancora la carta riciclata per la stampa dei propri libri adducendo, tra le altre motivazioni, la differenza di leggibilità rispetto alla carta in fibra vergine. Ma stando ai primi risultati di un sondaggio online lanciato da Greenpeace, al quale hanno già partecipato oltre 12 mila persone, il 90% di questi lettori sostiene di non trovare differenze di leggibilità tra i libri stampati in carta riciclata e quelli in carta prodotta con fibra vergine, contrariamente a quanto affermato degli editori.

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