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Ecco la dieta di Antonio Conte: per la Nazionale niente pizza

Nicoletta Orlandi Posti
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Antonio Conte odia le sorprese. Tutto deve essere scrupolosamente pianificato, anche in cucina. Per il ct una dieta sana conta quanto la tattica e la preparazione atletica e per questo ha deciso di includere nel suo staff nazionale anche l'esperto nutrizionista ed ex calciatore Tiberio Ancora, con cui ha già collaborato a Bari, Bergamo, Siena e nel primo anno alla Juve. Il tecnico, infatti, crede che l'amatissimo 3-5-2 debba avere una sua variante anche ai fornelli, che anche il menù debba essere tra i segreti della nuova Italia. «Per vincere servono sacrifici: chi non ci sta è fuori», questo il Conte-pensiero. Lo devono aver capito anche Buffon e compagni, da lunedì alle prese con il nuovo regime alimentare. Che impone agli azzurri di privilegiare la componente proteica della carne rossa e gli zuccheri della frutta e verdura rispetto ai carboidrati della pasta e del pane, sparito insieme ai grissini e alla temutissima pizza. Le idee guida introdotte da Ancora prevedono tanti piccoli pasti e una dissociazione mirata degli alimenti. Ecco perché i nazionali hanno già iniziato a mangiare sei volte al giorno. Si parte da un'abbondante colazione, cui segue lo snack durante l'allenamento del mattino (soprattutto centrifughe), il pranzo, la merenda pomeridiana, una cena leggera e lo spuntino notturno. «La ripartizione delle calorie giornaliere è fondamentale per non affaticare l'apparato digerente», afferma il biologo nutrizionista Daniele Percassi, «e per creare nell'organismo la cosidetta “calma glicemica”, che favorisce un costante rifornimento di zuccheri senza cali di prestazione. Prima di andare a dormire, invece, è preferibile virare sulle fonti proteiche magre. Ciò consentirà di avere un adeguato apporto di amminoacidi per ripristinare i danni muscolari». Il dubbio, semmai, riguarda la sua zoppicante applicazione: «Seguire questa dieta solo in Nazionale - conclude l'esperto - forse non ha molto senso. Ogni calciatore dovrebbe sempre avere il proprio nutrizionista di fiducia». di NICCOLÒ GAETANI

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