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La carriera di Hamilton e la corsa verso il titolo 2014

Ignazio Stagno
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Lewis Hamilton festeggia il bis iridato in F1 a sei anni di distanza dal primo trionfo. L'inglese si laurea campione del mondo per la seconda volta in carriera dopo il successo ottenuto nel 2008, quando alla guida della McLaren entra nella storia del circus come il primo pilota nero riuscito a vincere il titolo nella massima competizione motoristica. Da predestinato a campione, per il 29enne driver di Stevenage il passo è breve. Dopo essersi messo in luce nei campionati di kart in gioventù, il talento di Hamilton viene notato dalla McLaren di Ron Dennis, che lo mette sotto contratto già all'età di 12 anni. Nel 2006 debutta appena 21enne nella serie GP2 con la ART Grand Prix, sostituendo il campione uscente Nico Rosberg. Le strade dei due, amici ai tempi dei kart e oggi rivali, si incroceranno ancora. L'inglese si laurea campione del mondo nell'ultima gara di Monza ed è pronto per il grande salto. Il 24 novembre 2006 la McLaren lo annuncia come pilota ufficiale e lo affianca a Fernando Alonso. Nell'anno del debutto in F1, Hamilton non tradisce le attese. L'inglese si piazza terzo all'esordio in Australia e sale sempre sul podio nelle prime nove gare, centrando il primo successo in Canada e ripetendosi nella gara successiva in Usa. Il sogno di laurearsi subito campione sfuma all'ultima gara in Brasile, dove chiude al settimo posto lasciando strada libera al ferrarista  Kimi Raikkonen. L'appuntamento con la storia, però, è solo rimandato.  I rapporti con Alonso - La difficile convivenza con Alonso dura una sola stagione, poi la McLaren ingaggia Heikki Kovalainen e blinda Hamilton con un contratto milionario fino al 2012. La fiducia del team è ripagata alla grande nel 2008, anno del primo trionfo iridato. Hamilton rompe subito il ghiaccio in Australia e chiude la stagione con 5 vittorie, 10 podi e 7 pole position all'attivo. Il titolo arriva però in modo rocambolesco solo nell'ultima gara in Brasile, dove beffa il ferrarista Felipe Massa poco prima della bandiera a scacchi: Hamilton piazza il sorpasso decisivo all'ultimo giro e centra un quinto posto che vale oro. La McLaren festeggia, ma negli anni seguenti la competitività del team cala drasticamente ed Hamilton deve accontentarsi di rari momenti di gloria. Nel 2009 l'inglese chiude il Mondiale al quinto posto, nel 2010 viene affiancato dal connazionale Jenson Button ma le cose per la scuderia di Woking non migliorano un granché e Hamilton non fa miracoli. Il divorzio dal team si consuma nel 2013, quando la Mercedes decide di puntare su di lui per sostituire Michael Schumacher.  La stagione - Il Mondiale è ancora dominato dalla Red Bull di Sebastian Vettel, Hamilton brilla spesso in qualifica (5 pole di cui 4 consecutive) ma riesce a vincere solo in Ungheria. Ma la rivoluzione del circus è alle porte e la Mercedes è il team che sfrutta le novità regolamentari meglio di tutti. Il 2014 è una marcia trionfale per il team di Stoccarda e i suoi piloti. Hamilton inizia con un ritiro in Australia, poi infila quattro vittorie di fila e in Spagna sale per la prima volta in vetta al Mondiale. Il duello con Rosberg continua nelle gare successive e dopo l'incidente di Spa la tensione fra i due sale alle stelle. Hamilton piazza di nuovo il sorpasso sul rivale per il titolo a Singapore: il tedesco si ritira, l'inglese vince e torna a dettar legge nel Mondiale. È la svolta della stagione: Hamilton vince anche in Giappone, Russia e Usa ipotecando così il successo finale. Rosberg accorcia le distanze in Brasile, ma il weekend di Abu Dhabi si chiude in modo perfetto per l'inglese: sesta vittoria stagionale, la n.33 in carriera, e il bis iridato è servito.

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