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Deborah Compagnoni racconta per Libero la vittoria (e i segreti) di Fanchini e Paris

Giulio Bucchi
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Deborah Compagnoni, 45 anni, è stata la gran dama dello sci italiano, con tre ori e un argento olimpico, più tre ori mondiali. In coppa del mondo vinse 16 gare di coppa del mondo, fu portabandiera a Lillehammer 1992. Per Libero racconta le emozioni davanti alla tv, nella sua casa in Veneto, per il doppio successo azzurro di Dominik Paris e Nadia Fanchini. È stata una giornata straordinaria, per lo sci azzurro, con il doppio successo, di Paris e di una Fanchini. Da donna, sono felice in paritcolare per Nadia, perchè ha vinto in Italia, su pista molto difficile, La Thuile, e questo fa onore e a lei e alla nostra tecnica, da sempre riconosciuta. Completano queste mattinate magnifiche il terzo posto di Daniela Merighetti il terzo di ieri, di Nadia, sempre in valle d'Aosta. E Dominik alimenta il momento, a Chamonix, in Francia, su un'altra pista storica. Ecco, è davvero un gran periodo per lo sci nostrano, a smentire chi sostiene che mancano i personaggi, che non c'è più nessuno. Ovvio, è difficile avere la continuità nei risultati, fra tanta concorrenza, è cambiata parecchio, rispetto a quando gareggiavo io. Adesso, fra l'altro, è tutto più veloce, la notizia si vive subito e magari si cambia presto canale, per tornare a rivivere le gare più tardi, negli approfondimenti. Ai tempi miei l'appuntamento era rituale come orario, magari anche per lo slalom anche di Alberto Tomba, e poi stop. L'attenzione era superiore e per un tempo più ristretto, ora un sacco di altre discipline portano via ascolti al nostro mondo. I due capolavori di sabato sono stati seguiti in albergo dalla mia famiglia, a Santa Caterina Valfurva. Mamma Adele e mio fratello Yuri, che mi seguiva sulle piste, sono rimasti lassù, in provincia di Sondrio. Io faccio la mamma a Ponzano (Treviso): di Agnese, 15 anni, Tobias, 13, e Luce (9). Mentre mio marito Alessandro segue gli affari della famiglia, Benetton. A proposito di famiglia, le Fanchini sono un fenomeno unico, tre sorelle professioniste, nello stesso sport. Conosco in particolare Nadia e Elena, perché hanno lo skiman Mauro Sbardellotto, già mio collaboratore. Le sento spesso, sono ragazze fantastiche, molto legate fra di loro e questo sodalizio è stato fondamentale nei momenti difficili. Nadia superò i miei stessi infortuni, è più volte rientrata e io so cosa vuol dire, nelle in particolare discipline veloci. E tecnicamente è sempre stata molto solida. Elena è più grande, si esalta nei tracciati più facili, da scivolatrice, tanto che un anno fa trionfò a Cortina d'Ampezzo. A loro, a Paris e a tutti gli azzurri sul podio i miei complimenti e incitamenti. E in generale allo sport italiano. Io sono juventina e amo il volley. Da piccola ci giocavo. Prima di inforcare gli sci… di Deborah Compagnoni (testo raccolto da Vanni Zagnoli)

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