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Scandalo Froome, i ciclisti sono tutti dopati: inutile fermare solo lui

Giulio Bucchi
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Il viso scavato. L' andatura a tentoni. I denti stretti. Infine, la bocca aperta, ad ammirare il miracolo della natura. L' immagine è sempre la stessa, ogni volta che Chris Froome "frulla" qualcuno. Negli ultimi anni, però, il vincitore di 4 Tour de France, una Vuelta e 2 medaglie olimpiche ha iniziato a cambiare tattica. Diciamo nel 2015, a 30 anni. Troppo rapida l' usura delle fibre muscolari per manovre del genere. Troppo limitata l' aspettativa di strapotere. Il "nuovo" Froome, però, è rimasto tale e quale al vecchio: odiato, e vincente. Tra bestemmie in italiano (Vuelta 2015), bicchieri di pipì incassati in corsa (Tour 2015), colpi proibiti agli spettatori (Tour 2016), è uno degli sportivi più odiati di sempre. Nonostante tutto, nel 2017 ha vinto il Tour e la Vuelta. Prima di lui c' erano riusciti solo Anquetil e Hinault, nel 1963 e nel 1978. Ora, però, nel frullatore c' è finito proprio lui. Il re dei re è stato trovato positivo al salbutamolo (un broncodilatatore usato per curare l' asma, i comuni mortali lo chiamano Ventolin) durante un controllo antidoping effettuato proprio nell' ultima corsa spagnola, il 7 settembre, al termine della 18esima tappa da Suances a Santo Toribio de Liebana. Il giorno prima, sotto la pioggia torrenziale tra le campagne di Bustablado, perse 42"da Nibali, vicinissimo in classifica generale. Il kenyano bianco sembrava finito, specie in vista dell' Angliru. Invece quel 7 settembre, incredibilmente, riguadagnò 21" sullo Squalo e mise le mani sulla corsa. A pensar male si fa peccato, per carità, e c' è già chi fa notare che il salbutamolo non trasforma un ronzino in un purosangue. Aiuta a incamerare più aria nei polmoni, però. E infatti è vietato. O meglio, è vietato inalarne più di 1600 ng/ml ogni 24 ore, altrimenti la soglia massima permessa nelle urine (1000 ng/ml) risulterà alterata. Nelle provette di Froome il 7 settembre era di 2000 ng/ml. La difesa d' ufficio del ciclista è piuttosto ovvia: «Soffro d' asma da quando avevo 10 anni, spiegherò tutto». Mentre il Team Sky precisa: «Tanti fattori possono alterare i test». In effetti l' Uci non ha ancora sospeso Froome, proprio per via dei problemi asmatici del ciclista (per il Ventolin non è necessario nemmeno il TUE, l' esenzione medica). I precedenti, però, parlano chiaro. Nel 2007 Alessandro Petacchi venne pizzicato con 1360ng/ml al Giro d' Italia e si beccò un anno di squalifica, poi tolta grazie a un certificato. Nove mesi di squalifica li prese Diego Ulissi, al Giro 2014, a cui con 1900ng/ml di salbutamolo nelle urine fu riconosciuta l' accusa di «negligenza». Se anche a Froome toccasse la stessa sorte, la possibilità di vederlo al via del Giro d' Italia il prossimo 4 maggio a Gerusalemme sfumerebbe, come pure i 2 milioni di euro che gli erano stati promessi per diventare l' uomo copertina della Corsa Rosa. In più la Vuelta verrebbe assegnata a Vincenzo Nibali: «È inutile dare giudizi affrettati - dice lo Squalo -, è un giorno triste per tutto il ciclismo». Già, il ciclismo, che a cadenza regolare si ritrova a fronteggiare nuovi scandali, nuovi sospetti. Certo, tra motorini nascosti e patologie un po' troppo discusse, le voci rincorrono il "baro" Froome almeno da 3 anni. Il Team Sky ha sempre opposto alle accuse la teoria dei "marginal gains" cioè quella preparazione maniacale che non tralascia mai alcun dettaglio (dalla dieta, alle nuove tecnologie, fino al sonno). Oggi, però, risuonano più forti che mai le parole dei "rei confessi" del passato. Danilo Di Luca, aprile 2016: «Tutti si dopano e tutti lo rifarebbero»; Riccardo Riccò, dicembre 2014: «Si può correre un Tour da "puliti"', ma non vincerlo»; Lance Armstrong, gennaio 2013: «Vincere un Tour senza doparsi è impossibile». Chi corre, allora, di rado è leale. Chi vince, forse, non lo è mai. di Daniele Dell'Orco

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