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Russia 2018, calciatori in rivolta contro il pallone: parla Eric Goff, che lo ha studiato

Davide Locano
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Si chiama Telstar 18 e sarà l'osservato speciale dei Mondiali. Il pallone di Russia 2018 è già stato criticato per le sue traiettorie da alcuni portieri, gli spagnoli De Gea e Reina per primi. A studiarlo in maniera scientifica è invece Eric Goff, professore di Fisica a Lynchburg (Virginia), che dal 2008 testa le sfere iridate create da Adidas. Goff, come si studia un pallone? «I miei colleghi giapponesi lo hanno messo nella galleria del vento per misurare le forze aerodinamiche a diverse velocità e mi hanno inviato i dati da analizzare». I portieri hanno già criticato Telstar 2018. Hanno ragione? «Si lamentano sempre! Non posso biasimarli, perché l'attrezzo cambia ogni quattro anni solo per ragioni economiche. La verità è che qualsiasi pallone oscilla in aria se è calciato senza rotazione (spin): è il cosiddetto effetto knuckleball (quello della Maledetta di Pirlo, ndr)». È possibile prevedere come si comporterà il nuovo pallone? «Ha un coefficiente di resistenza leggermente più alto del Brazuca, quello di Brasile 2014. Quindi i tiri a forte velocità (oltre 100 km orari) saranno più corti dell'8-9%. E per i tiri senza rotazione, quelli che sembrano ballare in aria, Telstar 18 dovrebbe subire una minore deflessione laterale». Quindi non sarà un altro Jabulani, che faceva impazzire i portieri in Sudafrica? «A una certa velocità il flusso turbolento che circonda i palloni diventa laminare (crisi aerodinamica): è lì che la forza di resistenza aumenta e il pallone inizia a oscillare. La crisi con lo Jabulani arrivava a metà della traiettoria di un calcio d'angolo o una punizione. E diventava un pallone da spiaggia». L'Italia non sarà ai Mondiali, esclusa come i suoi Stati Uniti. Perché allora si è messo a studiare il Telstar 18? «Amo la scienza, e la fisica. E per comprendere il flusso aerodinamico su diverse superfici, quale oggetto di studio migliore del pallone della Coppa del mondo?». di Francesco Perugini

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